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SBK, Vergani: ecco come Axel Bassani è arrivato in Kawasaki

L’INTERVISTA – Parla il manager: “Ad Axel ho suggerito di non sognare la Ducati ufficiale. Anche se avesse vinto, Aruba non l’avrebbe voluto, perché con Bautista e il progetto Bulega non serviva. A Imola capii che Rea sarebbe andato via da Kawasaki e questa poteva essere una opportunità”

SBK: Vergani: ecco come Axel Bassani è arrivato in Kawasaki

Con la scelta di Johnny Rea di accasarsi in Yamaha, Kawasaki è stata ha dovuto trovare un sostituto e alla fine la scelta è ricaduta su Axel Bassani. Dopo tre stagioni in Motocorsa, il pilota veneto indosserà nel 2024 la casacca di pilota ufficiale.

Le prestazioni mostrate in quest’ultima stagione dal numero 47, miglior Ducati dopo quella di Bautista in Campionato e primo tra gli indipendenti, hanno convinto il management della Casa giapponese a puntare su di lui.

Di questo affare abbiamo chiesto ad Alberto Vergani, che da due anni  cura gli interessi del veneto.

“Ovviamente siamo molto felici per questa trattativa andata in porto – ci ha detto il manager – era da un po’ di tempo che Kawasaki monitorava Axel e alla fine siamo riusciti a procedere senza intoppi nell’affare, definendo il suo passaggio. Con l’addio di Johnny loro avevano bisogno di un sostituto ed ecco la scelta di Axel”.

Quando è stato il primo contatto?
“Già lo scorso anno Kawasaki ha iniziato a guardare  Axel, ma come ben sappiamo loro avevano Lowes e Rea. Poi a Imola ho capito che Johnny avrebbe potuto lasciare, avevo infatti dei segnali a riguardo. Nel momento in cui Rea ha lasciato sono iniziati i colloqui con Guim Roda e Magny-Cours è stato il round decisivo. Ringrazio KRT perché la trattativa è andata avanti in maniera molto fluida e loro sono stati molto professionali”.

Cosa ti aspetti da Axel in Kawasaki?
“Non sarà facile, questo lo sappiamo molto bene. Axel però è un lottatore, un pilota a cui nessuno ha mai regalato nulla e che mai si è arreso nella sua carriera. Kawasaki però è una grande opportunità e lui dovrà saperla sfruttare. Oltre alla sfida in pista, indossare l’uniforma factory è un motivo di crescita personale a livello umano. Per lui era infatti arrivato il momento di compiere quell’ultimo passo, ovvero essere pilota ufficiale e adesso bisogna dimostrarlo”.

Ducati non l’ha voluto. Sei rimasto sorpreso?
“No. Sapevo che Aruba non l'avrebbe considerato  dato che loro avevano un altro progetto con Bulega. Axel non sarebbe andato in Aruba nemmeno se avesse vinto qualche gara. Spiace, ma questa era la realtà dei fatti. Io con lui sono stato molto chiaro, infatti gli dissi: “Axel non pensare alla Ducati ufficiale, dimenticala. Cerca però di fare del tuo meglio e alla fine vedrai che qualcosa salterà fuori”.

È arrivata Kawasaki.
“Serafino Foti (team manager Aruba) dice che cado sempre in piedi. Devo dire che ha avuto ragione, perché se Johnny non fosse andato in Yamaha, il prossimo anno Bassani non sarebbe in Kawasaki. A volte ci vuole anche un po’ di fortuna”.

Il progetto era infatti continuare con  Motocorsa.
“Con Lorenzo Mauri abbiamo intrapreso un percorso che rimarrà per sempre nella storia. Motocorsa e Bassani sono partiti assieme da lontano e in questi anni sono arrivati a conquistare podi, essere best indipendent sfiorando addirittura il successo a Imola. Dispiace non aver vinto, ma credo sia stata una bellissima avventura che entrambi porteranno nel cuore. A Lorenzo Mauri rivolgo un grazie e penso che la stima e la riconoscenza rimarrà per sempre”.

Bassani non ha ancora vinto una gara, eppure in questi anni ha saputo conquistare.
“Axel piace alla gente e penso sia evidente a tutti. La sua è una storia  ha appassionato e i commenti sui social mostrano l’affetto del pubblica. Io lo reputo un pilota vero e cristallino, uno che dice le cose come stanno. A volte magari va oltre (sorride), però lui è apprezzato per quello. Lo gente lo apprezza perché lui è così come lo vedete senza filtri”.

In Kawasaki cambierà come persona?
“Non penso. Axel rimarrà lo stesso pilota di sempre, perché non porta maschere. Nella sua vita cambieranno però alcune dinamiche, quello è inevitabile. Kawasaki, giusto per fare un esempio, ha già stabilito un piano di allenamenti e alimentazione da seguire per fare in modo che il suo fisico sia in perfetta forma e costantemente monitorato. Poi ovviamente ci sarà da confrontarsi con un nuovo gruppo di lavoro, dove sarà necessario imparare e perfezionare la lingua, così come la presenza ai vari eventi di routine. Io sono convinto che tutte queste cose gli faranno bene, perché gli consentiranno di crescere ulteriormente sia dentro che fuori dalla pista. Per il resto rimarrà lo stesso Axel che avete conosciuto”.

 

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