Moto2, Aldeguer vince a Buriram, Acosta 2°. Arbolino (4°) tiene aperto il Mondiale

Pedro Acosta dovrà aspettare almeno fino al GP di Malesia, fra due settimane, per festeggiare il titolo in Moto2. A Burira ha vinto Fermin Aldeguer e lo ha fatto ‘alla Martin’: partendo dalla pole position e tenendo un ritmo insostenibile per tutti gli altri. Lo spagnolo (che arriva da due dopi in Indonesia e Australia) ha riportato così la Boscoscuro sul gradino più alto del podio, come aveva già fatto quest’anno a Silverstone. 

“Sono felicissimo, è stata una gara più che difficile, ma ho vinto e voglio dedicare questo successo a mia mamma e a mia sorella” le parole di Fermin, arrivato sul traguardo con 3 secondi e mezzo di vantaggio su  Pedro.

Acosta ha gestito comunque alla perfezione una gara importante per lui, mettendo al sicuro il 2° posto. Non gli è bastato, però, per chiudere aritmeticamente i giochi in campionato. Arbolino, infatti, con il 4° posto ha limitato in qualche modo i danni. Quella di Tony è stata una gara strana: dopo una buona partenza si era trovato 5°, salvo poi perdere posizioni e scivolare in 9ª posizione. Dopo 3 giri, però, è riuscito a ricostruire la sua gara e a rimontare fino alla 4ª posizione quando mancavano 9 giri al traguardo. A quel punto, però, il podio era troppo lontano e il 3° gradino è andato all’eroe di casa Somkiat Chantra.

Acosta può comunque lasciare la Thailandia con il sorriso, ora i suoi punti di vantaggio a 3 gare dalla fine sono 63 e a Sepang gli basterà non perderne più di 13 per essere campione. “Ho preso punti importanti per il campionato e sono già pronto per la Malesia” ha detto Pedrosa.

Degna di applausi la rimonta di Ai Ogura, che partiva 19° e ha finito la gara 5°, davanti a Ramirez, Arenas, Lopez, Guevara e Gonzales, che chiude la Top 10. Dennis Foggia ha preso qualche punto grazie al 12° posto dietro a Canet, penalizzato con 2 Long Lap per falsa partenza. Mattia Casadei, invece, ha terminato la gara 21°.

Giornata da dimenticare per Alberto Surra, caduto al primo giro alla curva 5. Lo stesso punto in cui è scivolato Vietti (a 12 giri dalla fine) mentre stava subendo il sorpasso da Arbolino. Il giro prima, invece, Celestino era rimasto in piedi per miracolo dopo essere stato tamponato violentemente da Dixon, caduto in quella manovra.