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MotoGP, Il numero 1 potrebbe finire sulla carena della Ducati Pramac, a meno che...

A tre Gran Premi dalla conclusione del mondiale la Ducati corre il rischio che il N°1 migri dal team Lenovo Ducati, quello ufficiale, al satellite Prima Pramac. Ma potrebbe anche andare diversamente anche se ufficialmente: 'non ne abbiamo parlato'

MotoGP: Il numero 1 potrebbe finire sulla carena della Ducati Pramac, a meno che...

Alla Ducati ‘non ne stanno parlando’, e lo dicono ufficialmente, ma a Borgo Panigale sopra l’ufficio di Claudio Domenicali si è accesa una lampadina rossa, quella delle emergenze.

La serie di successi di Jorge Martin - 4 vittorie, l’ultima domenica a Buriram e 6 successi nelle Sprint Race - stanno facendo di Martinator un fiero avversario di Pecco Bagnaia nella corsa al titolo.

Mentre si profila un fantastico testa a testa fra Pecco e Jorge, meglio un mano a mano, come dicono gli spagnoli riferendosi allo scontro diretto fra due matador, con il vantaggio del torinese ridotto ad appena 13 punti con 111 a disposizione, a qualcuno è venuto in mente un fatto, oltre a quello che è sempre un pilota Ducati ed una squadra Ducati a lottare per l’alloro più ambito: e se il numero 1 finisse sulla carenatura del team Prima-Pramac?

Qui non è questione di marca, o di piloti, qui è questione di sponsor, di immagine. Un po’ come se in F1 a conquistare il titolo non fosse la Ferrari, ma l’Alfa Romeo. In MotoGP poi la situazione è anche peggiore, perché non stiamo parlando solo della power unit 066/10, ma dell’intera moto. Perché la Desmosedici GP23 di Bagnaia e Martinator, colori degli sponsor a parte, sono identiche.

Se da un lato la Pramac è dal 2005 con Ducati, dopo aver debuttato nel 2002 con la Honda, dapprima con Tetsuya Harada e successivamente con Makoto Tamada, e Paolo Campinoti si merita ampiamente l’onore, d’altro canto ciò potrebbe essere motivo di imbarazzo per la casa madre che dovrebbe spiegare ai suoi sponsor che probabilmente pagano profumatamente l’onore di indossare il numero 1, la filosofia Ducati che ha portato al ‘fuoco amico’ ed alla possibile perdita del titolo.

‘Non ne stiamo parlando’, è la risposta ufficiale di Ducati alla domanda diretta se si possa verificare uno scambio Bastianini-Martin, ed è vero che Enea ed il suo manager hanno ricevuto conferma scritta per il 2024…ma ultimamente la MotoGP sta dimostrando una certa fragilità a livello contrattuale.

E del resto in questo caso sarebbe ragion di stato: il numero 1 al posto giusto, cioè nella squadra ufficiale. Non che la cosa sia semplice, però, perché riguarderebbe anche tutti gli sponsor di Bastianini che, ad onta di un campionato da dimenticare, hanno firmato (e pagato) per un pilota in rosso e non in rosa.

Sono due anni che la Pramac chiude il motomondiale in quarta posizione ed è dal 2014 che è sempre nei primi sei posti in campionato. Se lo meriterebbe.

Bastianini è consapevole che l'emergenza è alle porte, ma vuole credere che avrà un'altra carta da giocare nel 2024, come prevede del resto il suo contratto: "Il prossimo anno è fondamentale per me - ha detto Bastianini a Buriram - Devo fare una buona stagione, ma la pressione è sempre la stessa. So che ci sono molti piloti Ducati molto veloci, e probabilmente tutti vogliono sedersi sulla mia moto. È normale, ma io conosco il mio livello. So cosa posso fare ed è solo questione di tempo prima che tutto torni".

Carlo Pernat, il suo manager, è tranquillo e non ha dubbi.
“Abbiamo ricevuto la conferma a fine agosto. E’ tutto deciso e firmato. Stiamo già parlando con Gigi Dall’Igna della squadra per il prossimo anno”.

Rossa o rosa?

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