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SBK, Rinaldi: “Adesso mi spiego perché Bassani andava così forte con Motocorsa”

“La Panigale di Mauri non ha nulla da invidiare a quelle del team ufficiale e il feeling è stato grandioso sin dall’inizio. È una squadra che investe tutto su un unico pilota e questo può essere un’arma in più”

SBK: Rinaldi: “Adesso mi spiego perché Bassani andava così forte con Motocorsa”

Nuova squadra, nuovi colori, vecchie sensazioni: si potrebbe quasi riassumere così la prima  uscita di Michael Ruben Rinaldi da pilota Motocorsa. Il riminese si è trovato subito a suo agio in sella alla Panigale V4R della squadra lombarda, con cui ha completato 36 giri in questa prima giornata di test a Jerez, segnata dalla pioggia.

“È andata bene. Ho conosciuto i ragazzi soltanto ieri, ma abbiamo pranzato insieme per cominciare a fare squadra e mi piace il loro approccio alle gare: tanta passione  e tanta professionalità - ha raccontato Michael - Hanno lavorato benissimo, infatti mi sono trovato subito molto bene e il feeling con la moto è stato grandioso sin dall’inizio. Sono molto contento, perché quando torni in un team satellite dalla squadra ufficiale sai che alcune cose non possono essere uguali. Sotto alcuni aspetti è così, però a livello tecnico mi sono trovato bene con la moto. È la sorella di quella che avevo”. 

Accertarsi della somiglianza tra le due Rosse era proprio l’obiettivo primario del pilota italiano, che è riuscito a centrare il bersaglio nonostante la giornata rovinata dal meteo.

“La cosa più importante era verificare che le moto fossero due sorelle ed è un lavoro che siamo riusciti a fare su entrambe le moto, partendo con l’assetto che ho usato domenica, sia a livello di ciclistica che di elettronica - ha spiegato Rinaldi - L’obiettivo per il pomeriggio era quello di provare qualche set-up che il mio capotecnico usava ogni tanto con Axel per vedere se poteva esserci d’aiuto, ma non c’è stata l’opportunità, quindi ho girato con i miei vecchi assetti.

Poche le differenze riscontrato dal riminese tra la Panigale del team Aruba e quella schierata da Lorenzo Mauri, che ha subito messo a suo agio il suo nuovo alfiere. 

La moto è più o meno uguale. Cambia lo scarico che un Termignoni anziché un Akrapovic e il comportamento della moto in accelerazione è leggermente diverso, ma non è né un bene né un male. Essendo in un team satellite magari ti aspetti qualcosina in meno, invece non c’è stato. Credo che questa sia una bellissima moto e adesso mi spiego perché Bassani andava così forte! È una moto che non ha nulla da invidiare a quelle del team ufficiale, come lo sono anche quelle di GoEleven e Barni - ha spiegato il 27enne - L’unica differenza è che su questo scarico non abbiamo la valvola che avevo nel team ufficiale, che ti permette di avere più freno motore, ma Mauri è stato velocissimo a risolvere il problema e già domani l’avremo a disposizione. Magari ci sarà un po’ di lavoro da fare per metterla a punto al meglio, ma penso che ci riusciremo. 

Riscontri positivi che hanno dato certamente morale a Michael in vista della prossima stagione, confermando la bontà della sua scelta.

“Ho avuto una conferma che mi aspettavo già, perché essendo in un team ufficiale ho potuto parlare direttamente con Zambenedetti, che è a capo del progetto Superbike, e già lui mi aveva assicurato che la moto era uguale al 95%. Cambiavano solo degli sponsor personali, ma in termini di performance era la stessa moto. Girandoci ho confermato le sue parole: è una moto di tutto rispetto - ha chiosato il ducatista - Quando si è trattato di decidere il mio futuro ho pensato tanto a cosa scegliere e cosa fare. Da pilota è vero che devi guardare anche il lato economico ma, alla fine, dopo due o tre anni senza risultati ti spegni proprio dentro e io e Mauri siamo riusciti a trovare la soluzione per far sì che potessi salire su questa moto contento, a livello tecnico e non solo. Ho deciso di continuare su una Ducati, perché penso di poter fare meglio che con un’altra moto. Per questo sono contento di iniziare questa avventura con Motocorsa, che ci crede come me”.

Pur essendo tornato in un team satellite, del resto, Rinaldi non sta vivendo questo cambio di squadra come un passo indietro, quanto più come la possibilità di ritrovare quel clima familiare che aveva già sperimentato nel 2020, con GoEleven

La situazione è quella, anche se cambia un po’ perché è un team indipendente ma totalmente diverso. Ci sono altre persone e devo ancora conoscere i meccanici e creare quel bel clima che ho visto che si sta già creando - ha puntualizzato - È una realtà indipendente, fatta di persone con tantissima passione e con meno budget, ma che investe tutto nella moto e in un unico pilota e questa può essere un’arma in più quando devi dare qualcosa in più all’ultimo giro, perché ti senti parte di un piccolo, grande progetto”.

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