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Acosta: "L'unica cosa facile su una MotoGP è quando sei in rettilineo"

"Ci sono tantissime cose da fare, la moto è velocissima, ma quello che mi ha sorpreso è la quantità di gente ai box. Marquez? Non avevo dubbi che sarebbe stato veloce sulla Ducati"

MotoGP: Acosta:

A sera Pedro Acosta sembrava un bambino che aveva passato una giornata nel paese dei balocchi. È quello che prova un pilota al suo debutto in MotoGP, perché per quanto ti possa preparare, riesce sempre a sorprenderti. Il campione del mondo della Moto2 ha rotto il ghiaccio e, soprattutto, si è divertito. “Oggi  ho solo cercato di capire cosa fosse una MotoGP, di scoprire le sensazioni che mi dava - ha raccontato - Non posso dire di essere stato veloce all’inizio, avevo tanti bottoni da schiacciare e a volte mi ritrovavo a fare le curve con la moto abbassata - ha riso - Penso di avere tenuto un passo solido ed era importante per capire come funzionavano l’elettronica, i freni, le gomme, farmi un’idea generale. Stiamo costruendo la base perché i tempi vengano naturali.

Fino a ora, di scontato non c’è stato nulla.

Non mi ha sorpreso tanto la moto in sé, ma la quantità di gente che avevo intorno a me - ha continuato - In Moto2 avevo 5 persone nel box, oggi 20 o 30 che ascoltavano quello che dicevo quando scendevo dalla moto e che cercavano mi aiutarmi. La moto va forte, va molto forte, e devi usare l’abbassatore, schiacciare pulsanti, fare la curva”.

Qual è stata la cosa più difficile?

Tutto - ha ammesso Pedro - Il punto principale è la preparazione prima di entrare in pista, per esempio devi scaldare i freni prima di uscire dalla corsia box e non è facile. Lo stesso vale per le gomme, devi essere progressivo perché appena si raffreddano lo moto si muove tutta. Devi prepararti a curvare, a frenare, basta un movimento sbagliato del corpo per perdere stabilità. Il team è stato molto aperto con me, se volevo cambiare qualcosa del programma mi bastava dirlo. Alla fine sono loro che sanno come lavorare, che hanno esperienza, come rendere le cose facili. La verità è che l’unica cosa facile in MotoGP è quando sei in rettilineo!”.

Non è mancata neppure la prima scivolata.

Sono caduto perché sono un testone e ho voluto entrare comunque in curva - il mea culpa - La moto si è mossa un po’, vedevo che gli altri piloti erano molto veloci in curva e mi sono chiesto perché non dovessi riuscirci anche io. È stato un insieme di cose, ho sbagliato, ma è meglio farlo ora, in un momento in cui sto imparando. Ora lo so. Sono contento perché è stato un buon primo giorno, ho tenuto un passo costante, e questo credo che mi aiuterà per avere le idee chiare su come sia la MotoGP. Ora cercherò di migliorare il mio fisico e di capire cosa mi servirà per essere più veloce”. 

L’unico aspetto negativo è che dovrà aspettare due mesi prima di risalire sulla sua GasGas, nei test in Malesia. “Non ho toccato la moto, a Sepang inizieremo a farlo. Valencia non è un circuito molto fisico, ma credo che questa moto voglia essere guidata con le gambe più che con le braccia. Oggi dovevo capire come funziona questa moto, sul cruscotto ci sono 25mila luci”.

Al suo fianco aveva due piloti esperti come Kallio e Pedrosa, i collaudatori di KTM.

Mika mi aiutato, mi ha spiegato come usare l’abbassatore, lo facevo nei tempi sbagliati, e anche come tenere le braccia in frenata. Con Dani ho parlato a pranzo, mi ha dato dei consiglia generali, quelli che servono a un principiante e mi ha aiutato a non fare errori all’inizio” ha spiegato Acosta.

L’ultimo commento è stato sul 4° tempo di Marquez. “Non avevo dubbi sul fatto che Marc sarebbe stato veloce sulla Ducati. Sappiamo chi è cosa che ha fatto negli ultimi 12 anni” ha concluso.

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