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MotoGP, Lorenzo: "la Ducati non aveva più fiducia, vinsi dopo aver firmato con Honda"

"Lascia Yamaha che mi preferiva Rossi quando capii che con Dall'Igna la Ducati sarebbe rinata, ma inizia ad essere veloce solo quando mi adattai alla moto: era tardi e mi offrirono 1 milione quando se ne prendevano 12! Mi preferirono Petrucci".  Infine una sentenza sulla Honda: "La moto va sempre peggio".

MotoGP: Lorenzo:

Jorge Lorenzo ha salutato la MotoGP nel 2019 dopo un ultima stagione con i colori Honda, ma la sua mente è ancora al passato, a quando condivideva il box Yamaha con Rossi.

Parlando al podcast “Tengo Un Plan”, il maiorchino ha rivelato come a dispetto della vittoria ottenuta nel 2015 i rapporti con la Casa del Diapason fossero ormai tesi in quanto la sensazione era quella che il team favorisse Valentino. “Eravamo in lotta per il titolo. Questa sensazione la ebbi soprattutto a Valencia e mi diede fastidio”, ha raccontato.

Anche per questo motivo decise di cedere alle lusinghe della Ducati, in quel momento non certo al livello di oggi, convinto dalle capacità di Dall’Igna di  centrare ogni obiettivo, anche il più arduo. “Sapevo che sarebbe riuscito a costruire una gran moto e che il futuro sarebbe stato la Desmosedici perché lui è un testardo – ha spiegato – E’ stato un po’ come quando Hamilton lasciò la McLaren per andare alla Mercedes. All’epoca la squadra non aveva vinto niente eppure lui sapeva che un giorno sarebbe diventata la più competitiva del gruppo”.

Nel 2017 alla fine si concretizzò il passaggio all’equipe di Borgo Panigale, dove l’iberico andò a guadagnare ben il 15% in più rispetto al team giapponese. “Molti sostengono che sia andato via per una questione di soldi, in realtà era solo di motivazione. 

Purtroppo per lui l’entusiasmo iniziale si è disperso quasi subito: “Se guidavo come con la M1 non funzionava. Finché non compresi che dovevo adattarmi alla moto non riuscì ad essere veloce, ma dopo un anno e mezzo senza risultati la scuderia perse la pazienza. Non aveva più fiducia in me e addirittura mi venne offerto un accordo da meno di un milione di euro, quando all’epoca se ne guadagnavano anche dodici. Preferivano qualcuno come Petrucci”, ha svelato.

A quel punto, per il 36enne, una chiamata ad Alberto Puig rappresenterà la salvezza da un’uscita di scena clamorosa dalla classe regina. “Quando vinsi al Mugello nel 2018 avevo già firmato per Honda, ma nessuno lo sapeva. Il passaggio in HRC avrebbe dovuto essere un progresso e invece fu un disastro”, ha confessato.

Oltre alla carenza di risultati ci fu anche l’incidente di Assen in cui si ruppe due vertebre. "Mi spaventai molto e questo mi portò dal pensare di diventare campione, a volermi ritirare e godermi la vita. Prima ero ossessionato, pensavo solo a lavorare e non ero felice”.

Per finire una stoccata al marchio asiatico, reo di aver portato all’addio molti piloti, da Pedrosa, ad Espargaro, costringendo pure Marquez ad andare via. “La RC213 V è in continuo peggioramento e si rischia di cadere e basta, senza conquistare nulla”.

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