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MotoGP, Meregalli: "Test dal sapore dolceamaro, ancora conservativi sull'aerodinamica"

INTERVISTA - Il team manager di Yamaha: "non abbiamo scartato una sola novità, ma non bastano 4 mesi per annullare il gap. Quartararo si è accorto del diverso approccio, Rins mi ha stupito per la sua sensibilità, Bartolini è stato un gran colpo"

MotoGP: Meregalli:

“I test invernali mi hanno lasciato un sapore dolceamaro”: con queste parole Massimo ‘Maio’ Meregalli, team manager di Yamaha, descrive le impressioni raccolte prima a Sepang e poi a Losail. La Casa dei tre diapason si è rimboccata le mani e messa in discussione, ma per colmare il divario dagli avversari - Ducati su tutti - serve di più. Nonostante tutto, i primi risultati della ristrutturazione si sono già visti: “siamo contenti perché a Sepang come in Qatar abbiamo migliorato i nostri tempi di almeno mezzo secondo, ma lo hanno fatto anche gli avversari e il gap, bene o male è rimasto lo stesso” afferma Meregalli.

In entrambi i test abbiamo visto tempi incredibili da parte di tutti, quanto sono veritieri?
Abbiamo trovato buone condizioni, a Losail, già alla prima uscita, la pista era in buone condizioni e il tanto grip ti dà la possibilità di migliorare i tempi. Però posso garantire che i valori sono veritieri. Abbiamo fatto una simulazione di gara sprint, per caso, con Bastianini e Di Giannantonio e abbiamo visto quanto dobbiamo ancora lavorare. Erano decisamente più veloci di noi”.

Ti ha sorpreso?
Anche l’anno scorso nella Sprint il gap con le Ducati era stato maggiore di quello in gara, ma ci aspettavamo meglio dopo i progressi che abbiamo fatto. Il materiale nuovo che abbiamo introdotto ha dato dei buoni riscontri: dal motore, all’aerodinamica, all’abbassatore posteriore. Non c’è stato un singolo nuovo pezzo che sia stato scartato, è questo il dolce di cui parlavo prima. Inoltre, stiamo cambiando il nostro modo di lavorare. All’interno del nostro gruppo siamo soddisfatti, ma nel confronto con gli altri si vede che abbiamo ancora lavoro da fare”.

Almeno la velocità massima non sembra più un problema, siete costantemente fra i migliori.
A Sepang il sensore della velocità è molto vicino al punto di staccata e avevamo il dubbio che fosse merito di Fabio, che frena come un animale. A Losail, invece, il rilevamento è ‘puro’, perché molto prima della staccata. Sicuramente abbiamo fatto un passo in avanti col motore, ma mi viene anche da pensare che la nostra moto sia più scarica aerodinamicamente. Gli avversari hanno migliorato molto la velocità in curva utilizzando l’aerodinamica a discapito del drag, dell’efficienza in rettilineo. Il salto è stato un po’ troppo grosso, probabilmente noi abbiamo fatto un passo in avanti e gli altri mezzo indietro in questo senso”.

Dopo tanti anni di immobilismo, quest’anno le forme della M1 sono diverse dal passato. L’aerodinamica è il punto chiave?
“Sì e siamo solo all’inizio. Fra i vari costruttori, siamo stati quelli un po’ più tradizionalisti: abbiamo introdotto una nuova ala, i diffusori inferiori, degli spoiler diversi sul codone, ma non abbiamo ancora azzardato. La direzione è comunque quella, bisogna cercare di fare curvare la modo utilizzando l’aerodinamica cercando di non penalizzare troppo il drag. Cercheremo di sfruttare le concessioni che ci permettono di introdurre due evoluzioni durante la stagione. Dovremmo introdurre la prima entro il GP del Mugello”.

A proposito di concessioni, qual è il programma di test con i piloti ufficiali?
Ci fermeremo a Portimao dove proveremo il lunedì dopo il GP e poi, al ritorno da Le Mans, andremo al Mugello, insieme al Test Team, per provare martedì pomeriggio e mercoledì. Se non perderemo le concessioni dopo la pausa estiva, l’intenzione è quella di andare a Misano dopo la gara in Austria, quindi il 20 e il 21 agosto”.

Quali sono stare le impressioni di Quartararo e Rins dopo i test?
Fabio ha riconosciuto un approccio diverso, era quello che si aspettava e ha visto che c’è stato un cambiamento, anche con l’arrivo di Bartolini. Negli ultimi anni non eravamo mai sicuri del nuovo materiale, quest’anno invece le cose principale sono state subito approvate e questo Quartararo lo ha notato. Alex è stata una bella sorpresa, mi piace il suo modo di lavorare, è serio, chiaro, sempre calmo e lucido anche quando ci sono degli inconvenienti. Ci sembra un pilota molto sensibile, oltre che veloce”.

Quanto è importante in questo momento avere un pilota con esperienza su altre moto?
È importante, ma i piloti si abituano talmente in fretta che devi prendere al volo le loro impressioni dopo le prime uscite. Specialmente a Valencia, abbiamo cercato di carpire le sue sensazioni. Ci ha dato comunque tante informazioni che servono agli ingegneri per migliorare le moto".

Con Bartolini direttore tecnico, è la prima volta che in Yamaha un ingegnere giapponese ha lo stesso grado di uno giapponese. Come sta funzionando questa combinazione italo-giapponese?
Fa parte di questo nuovo approccio. Siamo all’inizio, dovremo aspettare un po’ prima di dare giudizi, però Max sta lavorando veramente bene. Sta portando la sua esperienza, ma anche un modo di fare che prima non avevamo e lo hanno percepito tutti, dai piloti ai meccanici ai tecnici giapponesi. Se all’inizio potevo avere paura che tutto funzionasse al meglio, ora posso dire che si è rivelato un bel colpo”.

Ti ha stupito una così grande apertura verso l’esterno da parte dei giapponesi?
Alla fine anche loro hanno riconosciuto che qualcosa andava cambiato, che il vecchio approccio non funzionava più. Avevamo iniziato due anni fa con la collaborazione con Marmorini, poi la responsabilità dell’aerodinamica è passata un po’ di più a Gerno di Lesmo, abbiamo cominciato la collaborazione con Dallara ed è arrivato Max: è una ristrutturazione che stiamo facendo. Serve del tempo, non è stato facile trovare le persone che cercavamo, e siamo molto contenti perché c’è sempre più collaborazione tra l’Italia e il Giappone. Tutti pensiamo che se riusciremo a mettere insieme il modo di lavorare europeo con quello giapponese creeremo un valore aggiunto”.

Siamo a pochi giorni dall’inizio del campionato, dovrete ancora stringere i denti nelle prime gare?
Sì. Spesso lo scorso anno ci veniva detto che ci mancava velocità e io avevo sempre risposto che andava risistemato l’insieme perché c’è un sol rettilineo e tante curve. Ci vorrà tempo, anche a Max per integrarsi in un gruppo di lavoro nuovo e per capire meglio la nostra moto. Mi piacerebbe vedere qualche risultato nella seconda metà della stagione, non possiamo pensare di colmare tutto il gap in 4 mesi”.

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