Ecco perché la decisione Ducati, su Dovizioso, è questione di cuore

E non di dati. Andrea, all'ottavo anno alla guida della Rossa è un peso pesato. A Borgo Panigale il dubbio è se sia meglio un ulteriore stagione di tentativi, oppure la discontinuità. Senza dimenticare il fattore economico: c'è chi è sul mercato ad un ottavo del costo del forlivese

Scritto da Paolo Scalera - Sab, 15/08/2020 - 08:18

La Ducati è sfortunata, fra poco più di una settimana - dopo il successivo Gran Premio della Stiria che si correrà sempre al Red Bull Ring - dovrà decidere se confermare Dovizioso o meno, ma senza avere molti dati in più per farlo.

L’incidente di Francesco Bagnaia a Brno, infatti, ha tolto loro la possibilità di confrontare le prestazioni di un talento nascente con quello del loro pilota più affermato.

Assente Pecco, che rientrerà causa frattura della tibia solo a Misano, il 13 settembre prossimo, il Politburò della Rossa dovrà decidere con ciò che ha in mano oggi, cioè niente. E ci perdoni Johann Zarco se il suo podio di Brno poco aggiunge ad un pilota indubbiamente forte, ma che quest’anno corre comunque con la versione GP19 della Desmosedici ed ha avuto veramente pochi chilometri per adattarsi alla Ducati.

Ma quali sono i dubbi della casa bolognese? Che Dovizioso vada forte, benché a corrente alternata, è noto. Del resto nelle ultime tre stagioni è sempre stato secondo solo a Marc Marquez…ma guidando una, se non ‘la’, migliore moto del lotto.

Tre anni di soddisfazioni, ma anche un titolo quasi sicuramente buttato - nel 2017 - quando con uno zero in meno in classifica del 93 si è lasciato sfuggire il titolo per appena 37 punti. Quelli persi con un 6° posto in America, un 5° posto in Spagna ed Olanda, addirittura un 8° in Germania, un 6° in Repubblica Ceca, un 7° ad Aragon ed un 13° in Australia.

Tutte prestazioni sotto tono, per un motivo o per l’altro. Sei vittorie ed otto podi, ma con continue discese negli inferi della classifica, mentre il suo rivale macinava l’identico numero di vittorie con 12 podi complessivi ma con un quarto posto in Malesia come peggior risultato della stagione. E come dicevamo, con uno zero in più.

Dunque cosa vuole sapere in più la Ducati di Dovizioso che già non sappia ora, conoscendolo peraltro dal 2013 ed appena entrati nell’ottavo anno di collaborazione?

Il Dovi non va forte, va fortissimo, questo è un dato di fatto. E’ un buon collaudatore, ma non il migliore se è vero che solo dopo il controverso arrivo di Lorenzo, nel 2017, la Desmosedici l’anno successivo è diventata la Ducati ‘per tutti’.

E’ anche vero che, con Jorge al fianco, sofferente soprattutto il primo anno e vittima incolpevole di un brutto incidente nel 2018, Dovizioso ha dato il massimo, toccando il vertice delle sue capacità agonistiche. Il 2018, così come la stagione precedente, è stata forse la stagione in cui, mentre la Honda non aveva ancora risolto i suoi problemi, o forse Marquez non ne aveva preso del tutto le misure, Ducati ha fatto vedere di essere la maggior forza in campo per il titolo. Ma non lo ha vinto.

E questo perché per vincere il titolo devi, non solo sbagliare poco, ma anche non avere circuiti preferiti.

Così ora in Ducati si trovano a decidere proprio al Red Bull Ring, la loro autostrada, il circuito dove sono imbattuti e dove Dovizioso ha vinto due volte, ma una volta ciascuno Iannone e Lorenzo. Come dire: qui vince prevalentemente la moto, e poi l’uomo.

Non vediamo alternative alla riconferma di Andrea Dovizioso nel 2021, anche perché Pecco Bagnaia disporrà comunque di una Ducati ufficiale la prossima stagione, se non quella di gratificare lo sponsor Phillip Morris con una novità, ma poiché gli egualmente rossi da un po’ di tempo se ne stanno in disparte è più questione di filosofia. Ma anche di economia: sul mercato ci sono piloti che si offrono per guidare la GP21 ad un ottavo del costo dell'ingaggio di Dovizioso.

Se Ducati vorrà, o meno, inaugurare un nuovo corso. Fare spazio ad un altro giovane in Pramac, oppure promuovere Zarco. Insomma imprimere una svolta a prestazioni conosciute che nemmeno in questo anno privo del castigamatti Marc Marquez hanno visto una svolta.

Per questo ora l’imperativo di Dovizioso è quello di vincere entrambi i Gran Premi di Austria e Stiria sull’autostrada Ducati per vedersi confermato, ma se così fosse e ci auguriamo sarà, cos’altro in più di lui sapranno a Borgo Panigale?

Mai come in questo caso, sia il prescelto al suo posto Bagnaia, Zarco, il plurinominato Jorge Lorenzo o chissà chi, sarà questione di cuore.

Lasciamo perdere i dati, per favore.