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MotoGP, Marc Marquez: "Oggi ho speso molte vite per fare quei giri veloci"

Marc segna il primo crono nelle FP1 ed è quarto nella combinata: "sono felice, ho guidato come nel 2019. Le mie condizioni fisiche sono ancora ottimali ma ora riesco ad adattarmi alla moto"

MotoGP: Marc Marquez:

La prima giornata di prove libere sul circuito di Buriram, in Tailandia, consegna un quadro esplicativo delle condizioni del ritrovato Marc Marquez. Dopo l'exploit nella scorsa gara di Motegi, lo spagnolo centra il miglior crono nelle FP1, spingendo al limite per entrambe le sessioni e rischiando addirittura una collisione con la Ducati di Miller. La classifica delle combinate gli consegna un quarto posto, un risultato eclatante se si considerano le vicissitudini del pilota, alla sua terza gara dal suo ritorno post-operatorio. Ancora più incisivo forse, il fatto che la sua Honda, non certo la moto più competitiva del lotto, sia la prima moto non Ducati nella classifica, davanti sia alla Yamaha di Fabio che alle due Aprilia. Il circuito tailandese, diverso da quello nipponico, sarà quindi un'ulteriore banco di prova per l'otto volte iridato per constatare le sue condizioni fisiche in vista del pieno recupero per la stagione 2023. Marc però non si sbilancia, sebbene visibilmente felice della progressione fisica, sa che il lavoro da fare, sia sul pilota che sulla moto, sarà ancora molto.

"Oggi sono riuscito ad essere aggressivo in entrambe le sessioni - ci spiega Marc - ma la notizia importante non è tanto il risultato, soprattutto quello delle FP1, quanto la mia condizione fisica. In questo momento il mio obbiettivo è poter gestire e portare a termine una gara dall'inizio alla fine. A Motegi mi ero trovato meglio che ad Aragon, e qui mi sono trovato meglio che a Motegi".

Il crono al ritorno dello spagnolo però racconta un'altra storia, Marc ha segnato il miglior tempo nelle FP1. Una scivolata banale in curva 3 al suo primo giro lanciato, senza conseguenze, e poi quel tocco sfiorato con Miller che gli ha fatto perdere decimi preziosi, mostrano di un Marquez in pieno recupero fisico e mentale.

"Quello che volevo constatare era la crescita tra una gara e l'altra, sia a Motegi che qui in Tailandia. Oggi ho spinto la moto al limite in entrambe le sessioni ed il braccio è un po stanco. Sento però che mi manca ancora la costanza per affrontare allo stesso livello l'intero fine settimana di gara. Oggi ho lavorato sia sul passo che sul setup generale, per mettere a punto la moto, ma so che dopo gli alti potrebbero esserci anche dei momenti bassi, è naturale. Ho avuto modo di testare il forcellone in carbonio al mattino e quello in alluminio nel pomeriggio, e le sensazioni che ho riscontrato sono state simili" ha proseguito poi lo spagnolo.

Al termine delle sessioni com'è la tua condizione fisica?
"Mi sento meglio che a Motegi, questo circuito è impegnativo a livello fisico in relazione alla durata della gara, non tanto alla forza da impiegare per gestire la moto. Sento di stare migliorando, le sensazioni alla guida si fanno via via più naturali, anche se ancora commetto degli errori e mi capita di non calcolare bene gli spazi di frenata. Tutto questo mi rende davvero felice".

Sta tornando il Marc di una volta?
"Oggi al team ho detto di aver speso molte vite per fare quei giri veloci l'uno appresso all'altro, è stato come tornare al 2019. Il problema adesso è che negli ultimi due anni non ho potuto più farlo ed ora la mia forma fisica non riesce a stare al passo coi ritmi del fine settimana. Sono molto stanco ed è soltanto il venerdì, per questo motivo ho dato il massimo oggi, perché so che questo sforzo può diventare un peso fino alla domenica di gara. Ma lo stile di guida sta tornando, anche se spero che piova nei prossimi giorni, così potrò risparmiare un po più di energie".

L'ultima notizia nel paddock è che la Clinica Mobile dal 2023 non ci sarà.
"Non conosco bene i dettagli della vicenda, ho sentito alcune cose ma non voglio sbilanciarmi. Da quel che ho capito però, credo che qualcosa di simile ci sarà, con una forma e un concetto diversi da quelli attuali. L'importante è che nella sostanza il rapporto coi piloti ed il modo di lavorare non cambino".

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