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Multe: con il Decreto Crescita arriva il condono, ma decidono i Comuni

Gli enti locali hanno l’ultima parola per la sanatoria dei verbali. Ma in quali casi si può usufruire della sanatoria?

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Il Decreto Crescita riapre il condono di multe da Codice della Strada: Comuni (che fan la parte del leone), Province (che esistono tuttora, nonostante i proclami di ex governi), Regioni e Città Metropolitane avranno 60 giorni per deliberare le regole. Quali? Vediamo in basso.

Norme per rottamare

Sono regolamenti per rottamare senza il pagamento delle sanzioni le ingiunzioni di pagamento notificate ai cittadini tra il 2000 e il 2017 dagli enti o dagli agenti della riscossione.

In sostanza, per capirsi, o è il Comune che chiede gli arretrati, o è l’attuale Agenzia delle Entrate, che una volta era Equitalia. Il Comune gli affida i compiti di recuperare i vecchi crediti.

Grazie anche a strumenti coercitivi: se non paghi, arrivano sanzioni, ed eventualmente c’è il preavviso di fermo amministrativo della moto o dello scooter. Se ancora non paghi, scattano le ganasce fiscali.

Servono quattrini

Il nuovo condono a che serve? Occorre recuperare, negli 8 mesi rimasti del 2019 e in sinergia con l’altro decreto legge sugli appalti, lo 0,1% del Prodotto interno lordo. Servono soldi, agli enti locali, alla politica locale.

Tanto per dare l’idea del business, i Comuni hanno incassato solo nel 2017 ben 1,7 miliardi di euro in multe. Che sono una voce sempre sana dei bilanci degli enti locali.

L’80% degli incassi arriva nei Comuni delle Regioni centro-settentrionali (33,7 euro ad abitante) mentre al Sud si viaggia attorno a 15,9 euro a cittadino.

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