Tu sei qui

La MotoGP alla ricerca del suo futuro

Il Mondiale verso il rush finale e ancora non si vedono i nuovi regolamenti

MotoGP: La MotoGP alla ricerca del suo futuro

Il motomondiale dal prossimo fine settimana entra nell’ultimo terzo di stagione, ancora 6 gran premi, i tre titoli ancora da assegnare, e poi, dopo la gara di chiusura a Valencia, si sarà già nel prossimo anno. Il 2013 ha però incominciato a fare capolino già da diversi mesi, da Le Mans almeno, quando Casey Stoner annunciò il suo ritiro e iniziò il mercato piloti. Alla vigilia di Misano, le squadre della MotoGP sono praticamente fatte, mancano solo gli annunci ufficiali della squadra di Gresini e dello Junior Team Ducati, attesi a giorni, e tutte le selle saranno occupate. Tutto bene? Non proprio, perché con i prototipi che hanno definito le loro rispettive guide, manca ancora metà schieramento da riempire, quello occupato dalle CRT.

ASPETTANDO IL REGOLAMENTO – L’altra metà della classe regina è ancora in alto mare e i motivi sono vari. Prima di tutto, non è ancora stato reso noto il nuovo regolamento, vero Godot di beckettiana memoria, a inizio stagione era stato promesso per maggio, ma ormai siamo a settembre e parte la norma che impedisce di cambiare per un biennio alesaggio e corsa dei propulsori MotoGP ,nulla è stato comunicato. Difficile in questa situazione fare programmi anche solo a medio termine per le squadre, che non sanno ancora quale sarà il futuro delle CRT. Il primo anno della nuova formula non è stato indolore, distacchi pesanti, critiche e un certo malumore nei piloti che hanno accettato un azzardo che non li ha ripagati. MotoGP e CRT sono a tutti gli effetti due campionati separati, ma non sulla carta. In tanti si aspetterebbero che fosse ratificata la presenza delle due categorie, in modo da ottenere più visibilità, mentre adesso le telecamere si soffermano sulle “derivate di serie” solo in occasione dei doppiaggi o nel malaugurato caso di qualche caduta.

Senza CRT, del resto, si vedrebbero anche per il prossimo anno solo 12 moto in pista, limite previsto, questo sì, da una nuova regola dal sapore masochistico, buona solo per non fare scomparire ART, FTR e Suter dal Mondiale. Forse queste moto non sono del tutto da bocciare e Capirossi provandole del buono ce l’ha trovato, ma per giustificarne l’esistenza bisogna avvicinarne le prestazioni a quelle dei prototipi. Come? Limitando le MotoGP, in questo senso va la proposta di porre un tetto ai giri motore, che però è stata bocciata in coro dalla Case, che solo nelle ultime riunioni sembrano avere ceduto, ma bisognerà comunque aspettare il 2014. Lo stesso anno in cui Honda dovrebbe mettere sul mercato quel “prototipo di serie” (e forse ci sarà anche il tetto per il leasing delle moto) che probabilmente decreterà la fine delle CRT, ancor più se qualche altra Casa seguirà il suo esempio. Improponibile pensare che nel motociclismo moderno una piccola engineering possa lottare contro un colosso senza essere schiacciato.

Per il 2014 manca però ancora un anno e il 2013 è ancora avvolto dalle nebbie. A mancare è il regolamento, che dev’essere tanto tecnico quanto politico, per indicare la direzione nei prossimi anni, per permettere a chi vuole entrare o ritornare in MotoGP di farlo con delle sicurezze. Intanto, Suzuki preferisce fare girare la sua MotoGP sulle piste di collaudo in Giappone e BMW aspettare, e con lei tutti i tifosi che vorrebbero vedere più moto e più spettacolo in pista. Due problemi che possono essere risolti, come ha dimostrato la Formula 1, fino a qualche hanno fa quasi completamente priva di sorpassi, mentre ora sembra rinata, grazie a regolamenti che hanno adattato le monoposto a quello che il pubblico chiede, e non viceversa.

MOTO2 E 3: NON E’ TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA - Da un certo punto di vista, Dorna è già riuscita ad ottenere questo risultato con Moto2 e Moto3. Soprattutto la classe cadetta ha raccolto i maggiori consensi, rispettando maggiormente la filosofia del motomondiale con motori e telai prototipi. Per prendere parte al Mondiale nel 2013 c’è la fila: 45 richieste per la classe intermedia, 48 per la più piccola. Il prezzo da pagare però è stato alto, perché a fronte di (poche) squadre serie e professionali, si è creato un sottobosco di “affitta moto” per cui la discriminante per fare correre o meno un pilota non è il talento ma il portafoglio. E i cambi in corsa di piloti sono all’ordine del giorno, e non sempre per mancanza di risultati . La Moto2 ha fatto scomparire le Case, che garantivano sicurezza e serietà, lasciando tutto in mano ai team privati, che spesso guardano più al lato economico che a quello sportivo. E in Moto3 la situazione è poco migliore.

EUROPA CROCE E DELIZIA – La crisi economica non ha risparmiato il motor sport e molti dei guai sono dovuti ad essa, ma quello che fino a oggi è mancato sono state le contromisure. Il calendario per il prossimo anno è ancora un punto interrogativo, ma Argentina a parte non sono attese grosse novità. Mentre la Superbike va a cercare soldi e investitori nei Paesi emergenti, come Russia e India, la MotoGP resta ancora legata a un Europa che ormai offre pochi soldi e spettatori. Le tappe extraeuropee sono ormai sempre le stesse e sembra essere arrivato l’ora di un cambiamento. Cinque tappe nella penisola iberica (4 in Spagna e una in Portogallo) sono ormai inutili, meglio sarebbe lasciare spazio a qualche novità capace di portare aria nuova. Se la montagna non va a Maometto, Maometto vdovrebbe andare alla montagna. Almeno si spera.

 

 

Articoli che potrebbero interessarti