Dovizioso: è come guidare sull'acqua

"Bella la pista, orribili e pericolose le condizioni". Iannone: "un rischio a ogni curva"


Questa volta il Dovi non ci ha azzeccato. E per sua fortuna. Ieri, dopo un giro in scooter, aveva bollato il CotA come un circuito non adatto alla Ducati. Oggi, il 4° tempo gli ha riservato una gradita sorpresa. “Non me lo aspettavo, non credevo che fosse quella la mia posizione finale” ammette. Purtroppo è fore l’unica buona notizia, perché le condizioni dell’asfalto che ha trovato in questo primo turno sono state a dir poco disastrose. “E’ pericoloso girare così – avverte – le gomme non riescono a lavorare come il resto della moto. Non c’è mai grip, né all’anteriore né al posteriore, né in entrata, né in percorrenza, né in accelerazione”.

Un vero peccato perché la pista gli piace, “è bellissima – dichiara Andrea – ma è orribile girare in questo modo. Sembra di essere sul bagnato, non puoi assolutamente forzare l’ingresso o essere aggressivo, il posteriore scivola e rischi di andare in terra”. La situazione è forse peggiorata anche dalle Bridgestone, “che finché non si scaldano sono pericolose – sottolinea – Non so però se sia un problema di gomme o di asfalto, bisognerebbe capire se anche le Dunlop che usano le Moto2 hanno gli stessi problemi. All’anteriore stiamo usando già una mescola molto morbida, ma aderenza proprio non c’è”.

Eppure il Dovi sembra avere digerito velocemente un circuito che sulla carta sembrava difficilissimo da imparare. “Non è proprio così – corregge – il fatto è che in queste condizioni il tempo che fai dipende dai rischi che prendi e io non mi sono tirato indietro, come tutti. Non so però cosa aspettarmi quando il grip migliorerà e ci saranno una ventina di gradi in più sull’asfalto. Nelle curve per adesso non arrivi al limite e non puoi sapere cosa succederà quando lo sarai”.

Problemi ben più gravi di adattamento per Andrea Iannone, solo 18° alla fine del primo turno di libere. “Il circuito mi piace, ma è difficilissimo. Un errore a una curva te lo porti dietro per altre quattro – spiega – Poi c’è pochissimo grip, le gomme non lavorano per niente, anche dopo molti giri sembrano ancora nuove. In entrata di curva appena forzavo un po’ rischiavo di perdere il posteriore. Per il pilota Pramac è il secondo tracciato nuovo nel giro di pochi giorni, dopo avere avuto un assaggio negli scorsi giorni di Laguna Seca su una Panigale. “Mi sono divertito molto, è bellissimo – afferma – Purtroppo sono riuscito a fare solo 15 giri in due giorni. Il problema è che la moto, pur di serie, superava il limite di 90 decibel massimi consentiti in pista. Quindi continuavano a darmi bandiera nera dopo pochi giri”. Quando tornerà con la MotoGP, almeno quel problema non lo avrà.

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