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Le 5 moto che avete sottovalutato in passato!

Snobbate da stampa e moda, hanno invece avuto una carriera più che dignitosa per i loro contenuti interessanti

Moto - News: Le 5 moto che avete sottovalutato in passato!

Nella storia delle due ruote - soprattutto di recente con la diffusione di tantissimi marchi, modelli e categorie - ci sono state moto su cui i reparti marketing hanno sempre speso poco in pubblicità e promozione per aumentare le vendite. Sono le cosiddette "seconde linee" del mercato, quelle che sono presenti nei listini ma che non fanno notizia, quelle che sono pensate per un'utenza ristretta ma che hanno comunque una loro identità e un posto nel mondo.
Alcune di queste moto sono riuscite a uscire dagli angoli bui dei concessionari e hanno inspiegabilmente invaso le strade. Il risultato è che alcune moto poco conosciute e recensite, popolano le strade in numero nettamente maggiore rispetto a modelli più blasonati e modaioli. 
Vi proponiamo una piccola selezione di 5 moto che tutti hanno sottovalutato, ma che per una serie di circostanze sono ancora in giro e rappresentano una fetta importante della storia delle due ruote, pur senza riflettori puntate. Possiamo giudicarle le moto del motociclismo "genuino" e non le figlie del marketing del nuovo millennio.


1. Kawasaki ER-5


Con il suo bicilindrico DOHC da 500 cc e i suoi 51 CV di potenza si colloca fra le naked di media cilindrata ma ha un prezzo e costi di manutenzione degni di uno scooter di piccola cilindrata. Il look anonimo non l'ha resa un bocconcino appetibile per i più modaioli e ad oggi non ricordiamo campagne marketing specifiche per lei. Sta di fatto che per l'economia di esercizio e la facilità di guida è una delle moto più utilizzate dalle scuola guida europee, e anche se sono passati quasi 10 anni dall'uscita dal mercato ne vediamo parecchie in giro. 


2. Honda CBF 500/600


Fu presentata come una nuova tuttofare economica (disponibile anche nella cilindrata 500), ma non riuscì a portare a casa grandi consensi da parte della stampa: esteticamente poco entusiasmante, molto "composta" anche nella guida e con una componentistica robusta ma poco rifinita. Il successo vero, però, l'ha avuto nel mercato con un altissimo gradimento da parte degli utenti, soprattutto per la versione S con il cupolino e la mezza carena. I motivi sono gli stessi della ER-5: economicità di acquisto e utilizzo e sostanza senza fronzoli. Il motore era di derivazione CBR 600 quindi c'era anche del brio quando richiesto.


3. Honda Deauville


Il nome francese e il look non troppo entusiasmante sono stati la croce di un modello con delle qualità indiscutibili. Gli appassionati più attenti allo stile non solo l'hanno snobbata, ma anche pesantemente criticata, non sapendo che dietro quel sedere cicciotto e quell'anteriore anonimo si nasconde una delle moto più versatili degli ultimi 30 anni. La Deauville è una vera GT in miniatura, con spazio per i bagagli e protezione aerodinamica dove serve, ma con cilindrata ridotta ed economicità di acquisto ed esercizio. Le persone che hanno capito realmente l'anima di questa moto si potrebbero considere degli illuminati. Il "fan club" della Deauville è comunque ancora molto forte e si è meritato anche una versione tutta nuova da 700 cc, qualche anno fa.


4. Yamaha YZF 600 R Thundercat


Negli anni '90 il settore delle 600 carenate aveva solo un nome: CBR 600. Yamaha ha provato a contrastare il dominio Honda nella categoria prima con la FZR 600, moto ottima ma troppo sportiva per i gusti stradali dell'epoca, ma ci riuscì solo dopo tanti anni con la prima R6, che si conquistò il titolo di miglior 600 supersport dell'epoca. Fra queste due moto, però, c'è stata un'altra 600 decisamente sottovalutata che si sarebbe meritata il titolo di miglior media cilindrata: la Thundercat! Esteticamente era bella, le prestazioni c'erano e il telaio Yamaha era come sempre un punto di riferimento. Qualcuno la comprò ma non ebbe il successo che si meritava. La R6, poi, la buttò dritta nel dimenticatoio.


5. Gilera DNA


A metà strada fra una moto e uno scooter, con un telaio a doppio trave ma dimensioni super compatte e trasmissione a variatore. Il DNA non fu ben capito dalla stampa e questo causò una scarsa diffusione dell'immagine, ma nelle sue svariate versioni (una su tutte la 180 con il potentissimo motore del Runner) è stato un punto di riferimento per i ragazzini in cerca di sportività. Con questa moto/scooter in miniatura si potevano davvero fare cose grandiose. Poi è capitato che dopo svariati anni dalla sua uscita di scena, Honda ha proposto una moto simile, l'MSX 125, lanciando una nuova moda che ha spopolato negli USA. Però ci avevamo pensato prima noi.

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