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MotoGP, Scribano: "La sindrome compartimentale? Non si deve operare ma prevenire"

Parla il fisioterapista di Jorge Lorenzo: "bisogna cambiare il sistema, ci sono delle tecniche per non arrivare all'intervento. La MotoGP deve modernizzarsi"

MotoGP: Scribano:

Claudio Scribano è un volto noto per i motociclisti, che lo conoscono per essere stato a lungo al fianco di Jorge Lorenzo. La MotoGP, però, non è l’unico campo in cui ha giocato il fisioterapista di Ragusa che ha seguito tanti campioni di molti sport diversi dal calcio (è stato anche nello staff del Milan), al basket, al golf e tanto altro. Da sempre impegnato nella ricerca, è anche docente universitario, e una delle migliori persone a cui chiedere cosa sta accadendo nel motociclismo, con il problema della sindrome compartimentale che sta diventando un nemico per tanti piloti, una lunga lista in cui Quartararo e Miller sono solo gli ultimi casi.

Scribano inizia parlando di Lorenzo.

Mi sono affezionato a Jorge, vivere insieme a lui è stato molto bello - ricorda - Quando iniziai a collaborare con lui, lui era già stato operato per la sindrome compartimentale e aveva grossi problemi, il braccio era in una situazione abbastanza complicata. Però, negli anni che ha passato con me, non è mai stato operato, perché abbiamo lavorato su vari aspetti: l’equilibrio, la postura, l’armonizzazione. Il mio non era un sostegno psicologico come qualcuno pensava, ma lavoravo sul sui fisico”.

Il fisioterapista pensa che quando un pilota deve operarsi, allora è stato commesso un errore.

“Non si deve arrivare al punto di Quartararo, quando la situazione è così grave devi intervenire chirurgicamente - spiega - Però bisogna iniziare a lavorare prima, nessuno dovrebbe operarsi per la sindrome compartimentale. Non è possibile che un pilota che sta vincendo una gara debba perdere così tante posizioni, bisogna pensare seriamente a questi ragazzi, non si può operarli tutti perché hanno male all’avambraccio: bisogna pensarci prima”.

Ed è possibile.

Se guardaste il braccio di Jorge, vi stupireste del fatto che non sia sia mai fermato per questi problemi - dice Claudio - Il motivo è che aveva al suo fianco persone competenti. Bisogna lavorare per evitare il problema, esistono delle tecniche per riuscirci: la valutazione posturale, il corpo deve essere sempre in armonia ed elastico. Bisogna trovare dei metodi innovativi.

Scribano non lavora più nel motomondiale, ma ha cuore i piloti.

A me fanno tenerezza questi piloti, questi ragazzi, che farebbero di tutto per salire in moto, correrebbero anche con un piede solo. Dobbiamo cercare delle soluzioni per evitare certe cose, bisogna stare attenti. Bisogna parlare di prevenzione, io sono contrario all’intervento, non è quella la strada giusta” la sua opinione.

Ma cosa capita esattamente nell’avambraccio quando si parla di sindrome comparimentale?

È una questione di pressione, avvengono delle ecchimosi all’interno del muscolo, i capillari si rompono, si crea un edema che avvolge le fasce che si incollano e ci possono essere conseguenze gravi anche sui nervi, che vengono compressi  - la risposta - Dobbiamo parlare di un lavoro globale, non basta un massaggio, nel motociclismo si deve ragionare su quello che fa la moto e su quello che fa la moto. Allenarsi va benissimo, ma bisogna ragionare in modo diverso. Bisogna cercare di fare di tutto per evitare certi interventi, per quanto riguarda la sindrome compartimentale si deve lavorare prima”.

Scribabo vorrebbe che il sistema cambiasse alla luce di quello che sta succedendo.

L’operazione non è risolutiva, infatti ci sono dei casi di recidive - afferma - Quando tagli crei cicatrici, anche microcalcificazioni. Serve un cambiamento nel sistema, un pre-allarme, che arriva ancora prima della prevenzione, per capire cosa sta succedendo a questi ragazzi. Parliamo di dettagli, che sono quelli che ti permettono di vincere una gara”.

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