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MotoGP, Pedrosa: "Stoner mi ha aperto gli occhi quando ho scoperto come guidava"

"È successo quando è arrivato in Honda, prima non lo capivo. Per Marquez è importate la mente, dopo tante operazioni si perde fiducia. Un'altra wild card? In linea di principio no, a meno che non servisse per provare novità"

MotoGP: Pedrosa:

Dani Pedrosa, anche dopo il suo ritiro dalla MotoGP, non ha mai smesso di essere un pilota. Su due ruote come collaudatore per KTM (con una wild card l’anno scorso al Red Bull Ring) e su quattro ruote nel campionato Lamborghini Super Trofeo. Lo spagnolo è sempre amato dai tifosi e tutti vorrebbero vederlo ancora una volta in gara, ma non è chiaro se ci sarà la possibilità.

In linea di principio no, perché la cosa interessante è farlo quando ci sono evoluzioni da provare Se ci fosse qualcosa che i piloti ufficiali non potessere usare a causa dei regolamenti, allora avrebbe senso” la risposta di Dani intervistato da Marca.

Pedrosa ha anche parlato delle difficoltà di KTM in questa stagione.

“Ci sono stati alcuni cambiamenti e stiamo ancora aspettando i frutti - ha spiegato - D'altra parte, abbiamo cose più importanti da cambiare sulla moto, come il motore, e non possiamo ancora farlo a causa dei regolamenti”.

La novità per il prossimo anno è l’arrivo di Jack Miller nella squadra ufficiale.

Non lo conosco molto bene - ha ammesso lo spagnolo - Quello che vedo dall'esterno è che è un pilota molto versatile e ha ottime qualità quando le condizioni della pista sono particolari e si adattato a diverse moto. Dobbiamo aspettare e vedere”.

Se sulla crisi Honda non vuole pronunciarsi (“Non so quanto le cose siano cambiate dai miei tempi”), Dani sa bene cosa sta passando Marquez, perché la sua carriera è stata costellata da infortuni.

Ognuno ha il proprio modo di affrontare queste situazioni, ogni volta è diversa - ha detto - Io ho subito molte operazioni in cui il medico è intervenuto benissimo la prima volta, sono stato fortunato. Ma ne ho avuti altre in cui, non so perché, è successo il contrario. Poi si cade in una spirale di operazioni su operazioni su operazioni su operazioni... ognuna è più complicata della precedente. È un processo che non si vuole mai augurarea nessuno, si vuole che vada bene la prima volta perché è il meglio per tutti, ma in questo caso si è verificata questa situazione. Lo so, non sono solo io, molti campioni hanno sofferto situazioni del genere”.

Come si fa ad affrontare certi problemi?

Quando la situazione si protrae per molto tempo, è allora che la fiducia in se stessi ne risente. Passi più tempo a casa o in ospedale a cercare risposte e a chiederti se il vostro corpo tornerà mai come prima. Per questo è importante l'aspetto mentale e il fatto di essere circondati da persone che si prendono cura di te” la sua risposta.

Infine, Dani ha parlato di Stoner. L’australiano ha dichiarato spesso di avere imparato molto dallo spagnolo e vale anche il contrario.

Ho corso con lui (Casey ndr) da quando avevo 15 anni, nel campionato spagnolo, ma quasi sempre in squadre diverse. Quando è arrivato in Honda ho capito come faceva quelle cose che vedevo in TV ma non capivo. Quando l'ho avuto in squadra l'ho scoperto, mi ha aperto gli occhi e ho imparato molto. Con Lorenzo, ad esempio, non sono stato nella stessa squadra. Quindi non riuscivo a capire come facesse a fare certe cose” ha concluso.

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