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Moto3, Migno: "Le categorie minori si sono ammalate, bisogna cambiare"

La riflessione di Andrea: "ormai ogni fine settimana i piloti rischiano la vita costantemente, dobbiamo dare la possibilità ai giovani di fare la differenza. Serve una rifondazione"

Moto3: Migno:

Andrea Migno è un veterano della Moto3, ha corso le sue prime gare nel Mondiale nel 2013 e in questi 10 anni ha visto la “sua” classe cambiare. E in peggio. La recente tragedia di Victor Steeman non lo ha lasciato indifferente, anzi lo ha toccato nel profondo. Tanto da scrivere un lungo e sentito sfogo sul suo profilo Instagram.

Andrea non ha avuto paura di mettere nero su bianco i suoi pensieri e le sue preoccupazioni, consapevole che serve un cambiamento profondo in quelle che sono le classi di ingresso nel Mondiale, sia MotoGP o SBK.

Vi lasciamo alle sue parole.

Mi sembra chiaro che ci sia qualcosa di sbagliato, mi riferisco alla CATEGORIE MINORI, quelle dei ragazzi GIOVANI, degli ADOLESCENTI. E sottolineo che mi riferisco a quelle che possono essere la Moto3, la PreMoto3 o una SuperSport300, quelle categorie che si sono AMMALATE nel corso degli ultimi anni. Ormai non basta più neanche il morto per fare cambiare le cose, come dobbiamo fare? Chi dobbiamo interpellare? Cosa deve succedere per fare cambiare le cose?

Sono anni che se ne parla e ci si rende conto ma le cose non cambiano e vanno sempre PEGGIO! Sbagliatissimo, fatale!

Le gare e il percorso delle categorie minori devono cambiare. Prima possibile.

Fino a qualche anno fa, quando le cose andavano meglio, esistevano i DUELLI, gli ultimi giri a giocarsi la posizione tra 2-3 piloti vicini, massimo 5-6 quando era ‘una gara di gruppo’.

Esisteva cercare di fare il miglior tempo in qualifica DA SOLI SENZA SCIA, era normale. A oggi un’utopia per moltissimi, praticamente per tutti.

Accadeva tutto ciò nella stramaggioranza dei GP sul calendario del campionato.

No, oggi non é più cosi.

La situazione si é ribaltata.

Oggi nella stramaggioranza dei GP di un campionato, ogni week end un gruppo di 20 e più piloti rischiano (e purtroppo anche peggio) la vita COSTANTEMENTE perché si ritrovano costretti ad inseguirsi e speronarsi per arrivare al risultato finale. “Le gare della Moto3 sono le più belle da guardare, succede di tutto fino alla fine, da panico tutta la gara!”: quando sento questo tipo di frasi, mi sento sempre perlopiù sorpreso e segnato, perché non è realmente così e in TV si percepisce una minima parte di quello che succede veramente in pista. È un’escalation di rischi presi da tutti i piloti a ogni curva, una guerra tra ragazzi.

Il motorsport é pericoloso, se si aggiunge questa dose di rischi in più, gli episodi non possono che aggravarsi.

Io credo che trovare IL PERCHÉ non sia scontato, ma di sicuro credo che qualcosa debba cambiare.

Probabilmente oltre alle questioni economiche, delle quali non siamo qui per parlarne ma che esistono, sarebbe ora di dare ai giovani la possibilità di FARE LA DIFFERENZA in sella alle loro moto, come nelle categorie superiori, vedi Moto2 o MotoGP, Supersport 600 o Superbike. Dove chi riesce ad andare più forte ed essere più efficace nell’arco di uno e più giri, può fare la differenza in pista! Nelle categorie minori non accade più, TROPPO RARO vedere fare la differenza in pista sebbene il TALENTO e gli ATTRIBUTI tra i piloti possano essere ben distinti al contrario di MOTO TECNICAMENTE TROPPO FACILI DA PORTARE AL LIMITE PER TUTTI.

LE CATEGORIE MINORI, VANNO RIFONDATE!!!

Questo é il mio pensiero dopo un’altra vita persa in pista, portata via da questo meraviglioso mondo di passione e di gente STRAORDINARIA.

Mi auguro di poter assistere ad un MOTOCICLISMO migliore, che di passi in avanti ne ha fatti tanti nel tempo e soprattutto negli ultimi anni, ma che adesso ne ha bisogno ancora una volta e in maniera segnante".

NON SI PUO’ FAR FINTA DI NIENTE ANCORA UNA VOLTA”.

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