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MotoGP, Lin Jarvis: "consapevoli che la Honda nel 2024 proverà a strapparci Quartararo"

ONE TO ONE, PRIMAPARTE "Non siamo spaventati ma è ovvio che la Honda cercherà un Top Rider e Fabio lo è. Per tenerlo dovremo offrirgli una moto competitiva e dimostrargli che siamo concentrati al massimo"

MotoGP: Lin Jarvis:

From Hero to Zero, direbbero gli anglosassoni dell’attuale situazione della casa di Iwata. E chissà se Lin Jarvis, managing director di Yamaha Motor Racing S.r.L., una società italiana, dopo aver ricoperto in precedenza lo stesso ruolo in Olanda, con la casa giapponese dal 1993, sarebbe d’accordo.

Forse sì, anche se decidesse di ammetterlo lo farebbe nel modo più politicamente accettabile possibile. Questo perché pur essendo uno dei boss più conosciuti nel motomondiale, è anche uno dei più riservati. Non cercate di trovare molte informazioni su di lui su internet: non ce ne sono.

Sicuramente è inglese. Sicuramente ha vissuto a lungo in Olanda, sede della Yamaha Europa. Sicuramente parla italiano, ma solo quando vuole lui. Rido al solo pensiero di come deve considerare il nostro, il mio, ‘broken English da paddock’, quel che è certo è che rispondendomi pesa ogni singola parola, scandendola con cura.

Leggenda narra che sotto il suo ufficio mobile, nell’ospitalità Yamaha, abbia un tunnel segreto, in modo da poter raggiungere luoghi altrettanto segreti in cui parlare con i manager dei piloti. L’operazione Rins, come tutte le altre, infatti è stata effettuata in assoluta segretezza.

Lo ho visto alterato una sola volta, ma sempre in modo molto British. Accadde al Mugello, non ricordo l’anno, ma fu allorché Max Biaggi lanciò il suo scooter contro l’hospitality per una storia di accoglienza dei suoi ospiti. Con il Corsaro forse Lin ha dovuto ricorrere allo Xanax, ma non ho prove per affermarlo.

Comunque è uno di noi: va in moto, ed anche piuttosto bene. In tuta di pelle fa la sua figura perché è snello di costituzione ed è capace di guidare. Perlomeno abbastanza da toccare il ginocchio in sella alla Yamaha M1. Se ha hobby non è dato sapere. Forse lavora per il MI5 e questa posizione in Yamaha è una copertura. Ma alla fine, perché un uomo così abile ed indubbiamente intelligente si ritrova al timone di un veliero con le vele stracciate e senza alcuna caravella (leggi team satellite) al seguito?

Lin Jarvis alla guida della Yamaha R1 M al Mugello

“Si potrebbe cercare di disegnare un quadro generale, ma tutto è accaduto alla fine dei 3 anni di contratto del team SIC Petronas - inizia a raccontare Lin Jarvis -  Era stato un periodo di grande successo, loro avevano centrato 6 vittorie, noi due, e poi avevano portato piloti come Quartararo e Morbidelli. Quindi lo scenario cambiò, arrivò un cambio di sponsor, cancellarono il progetto Moto2, mutò anche il management con l’uscita di Stigefelt. Loro avrebbero voluto rinnovare sulle stesse basi, ma per Yamaha era un rischio finanziario e offrì un solo anno come inizio di un nuovo capitolo. Quindi successivamente un altro anno. Ovviamente loro desideravano un accordo più lungo, com’è comprensibile. Ma Yamaha ha molta cautela. Era un rischio finanziario. E poi noi non disponevamo più di una moto competitiva. A questo punto arrivò Aprilia che voleva un secondo team e a quel punto non c’erano altri team a disposizione. Non è stata una cosa deliberata. La nostra M1 non costa poco e Yamaha non ha voluto rischiare. Abbiamo considerato l’aspetto del business: Avere un solo team è un problema? Certo, ma a volta bisogna accettare i problemi e conviverci”.

Fra i problemi il più grave al momento c’è la mancanza di competitività.

“Certo quest’anno abbiamo perso la competitività, ma due anni fa abbiamo vinto il mondiale con Fabio e solo all’inizio e fino a metà del 2022 eravamo in testa al campionato. Anche la Honda si trova in una situazione simile, la realtà è che le case europee hanno superato le giapponesi. Sono situazioni che capitano nel Motor sport, ed anche in F.1. Sarà ancora così nel 2024? Non si può sapere. Non siamo così lontani, stiamo solo perdendo abbastanza per non essere in Q2 e con 8 Ducati, più le Aprilia e le KTM perdere anche solo qualcosa è un problema”.

A proposito di perdite: come è stato possibile perdere contemporaneamente Toprak e Morbidelli?

“Della SBK non sono responsabile, se ne occupa Yamaha Europa. Avrebbero voluto tenerlo ma c’è stato l’approccio aggressivo di BMW che lo ha afferrato con una solida offerta. E lui ha deciso che volevo una nuova sfida…e la avrà perché il pacchetto di BMW non è al nostro livello. E’ un peccato, ovviamente, perché Toprak è una star ed un uomo Yamaha. Come personaggio lo rimpiangeremo. Parlando invece di Morbidelli…dopo l’uscita di Vinales si era creata una situazione speciale. Quando Franky è arrivato non abbiamo preso con lui Forcada perché Ramon era con un altro team, ma non credo sia stato un errore. Ho un grande rispetto per Ramon, ma lo abbiamo deciso assieme. Al tempo il nostro pacchetto era buono, non è stato un capotecnico a limitarlo”.
 

Lin Jarvis in versione 'hooligan', su una ruota su un campetto da cross

L’ingaggio di Alex Rins è cosa recente, cosa porterà a Yamaha?

“E’ un vero combattente. Mir è un pilota efficiente e veloce, relativamente questo, ma ha vinto un solo GP. Alex ha più talento naturale e qualche volta è capace di cose sensazionali. Non dimentichiamo che è stato l’unico pilota non Ducati a vincere un Gran Premio e ne ha vinti due con la Suzuki e quest’anno ha vinto con la Honda. OK, Austin è la sua pista talismano, ma ha una attitudine positiva ed ha anche esperienza con il motore 4 in linea. E poi voleva fortemente essere con noi”.

C’erano piani B qualora non avesse accettato?

“Si avevamo un piano B. Arbolino sta maturando bene e può essere una scelta per il futuro, ma non volevamo un debuttante, per noi non è il momento. Abbiamo bisogno di un pilota che porti esperienza. Non sappiamo che fra Morbidelli e Rins sarà il migliore, tuttavia. Alla fine la scelta di un pilota è sempre una scommessa. Non c’è garanzia. Ma era il tempo di fare un cambiamento nel team ed è una buona soluzione anche per Franky che avrà nuovi stimoli”.

Nel 2024 scadranno tutti i contratti dei piloti. Siete spaventati di poter perdere Quartararo?

“Non mi piace la parola ‘spaventato’. Io sono consapevole ed uno dei rischi viene dalla Honda, perché la Honda vorrà un pilota TOP e Fabio lo è. Per tenerlo dovremo avere una moto competitiva. Dobbiamo realmente dimostrare con i fatti che siamo concentrati per ottenere il massimo”.

Magari potreste fare un bello scambio, prendendo Marquez!

“Può accadere di tutto…Marquez con noi? Probabilmente non accadrà (ride) Il mercato pilota, il prossimo anno, ci farà vedere movimenti interessanti. Marquez continuerà o si ritirerà, rimarrà con Honda o con un’altra casa? Quello che so è che noi dobbiamo cambiare il nostro sistema di sviluppo. Yamaha non è fissata con uno schema, quattro cilindri in linea, a V…vogliamo avere regole intelligenti e quindi ci adatteremo. Siamo assolutamente aperti, forse avremo un V4 nel futuro, per il momento abbiamo il nostro 4 in line dove abbiamo grande esperienza. C’è ancora potenziale nel nostro pacchetto”.

Lo tirerà fuori Marmorini…se avrà carta bianca.

“Non voglio entrare nei dettagli, ma quello che facciamo con lui e lui ci da, non è solo Marmorini stesso. Nel 2024 vedremo il suo contributo, ma non è solo lui a lavorare, ma anche il suo team che apporta nuove idee e sfide, sta lavorando assieme ai nostri giapponesi per un pacchetto migliore”.

 

 

 

 

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