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MotoGP, Borsoi: "Continuo a pensare agli errori, con Martin potevamo vincere"

"Il tempo non mi ha aiutato a digerire la sconfitta, ma dagli sbagli si impara. Difficile lottare contro Bagnaia, ho avuto qualche mal di testa. Dovremo essere bravi a imparare da Marquez per essere migliori di lui"

MotoGP: Borsoi:

In una stagione normale vincere il campionato a squadre sarebbe stato un risultato fantastico, ma il 2023 non è stato un anno normale per il team Pramac. Fino all’ultima gara a Valencia gli uomini di Paolo Campinoti hanno accarezzato il sogno del Mondiale piloti con Martin e non esserci riusciti ha fatto male. Lo sa bene Gino Borsoi, il team manager della squadra italiana che fino all’ultimo ha sperato che la fantasia diventasse realtà.

Onestamente pensavo che il tempo mi aiutasse a digerire la cosa, invece più passa il tempo e più mi dà fastidio - sorride amaro Gino - A Valencia, con tanta pressione, volevo che finisse nel miglior modo e il prima possibile. Quando è successo quello che è successo, ci sono rimasto male ma ho anche capito che siamo stati stati veramente una grande squadra e siamo riusciti a portare il Mondiale all’ultima gara lottando contro un team ufficiale. Il sabato sera eravamo andati a letto contentissimi, per l’ennesima volta eravamo riusciti a recuperare punti: siamo caduti tante volte e ci siamo sempre rialzati. Siamo sempre riusciti a recuperare terreno anche dopo vicissitudini e questo ci deve rendere felici, la squadra e il pilota non hanno mai mollato”.

A bocce ferme a cosa pensi?
A quei due dettagli che magari avrebbero cambiato le sorti della stagione, ti chiedi se avresti potuto fare meglio, dove hai sbagliato, se non abbiamo vinto per colpa mia, o per causa di degli errori, o perché doveva andare così. Non credo che esista la sfortuna, ma se non abbiamo vinto significa che non abbiamo gestito tutto al meglio, però anche senza essere perfetti questa è una stagione da ricordare”.

Pramac è stato il primo team satellite in MotoGP a vincere il campionato squadre.
È vero, però sarebbe stato meglio se ci fossimo portati a casa anche la ciliegina sulla torta (ride)”.

Hai qualche rammarico, qualcosa che non ti fa dormire la notte?
Non per presunzione, ma credo che ci fossero tutti gli ingredienti per vincere il titolo quest’anno e sto pensando e ripensando a tutti i momenti di tutte le gare in cui ho sbagliato. Probabilmente, se non l’abbiamo portato a casa, parte della colpa è anche mia”.

Martin ha dichiarato che il suo errore è stato sentirsi superiore e volere umiliare gli avversari, ti trovi d’accordo?
Mi hanno sorprese le sue parole perché non ho vissuto quei momenti così e se è successo, come dice, forse non sono stato in grado di fargli capire bene determinate cose. È un errore e dobbiamo imparare la lezione per gestire meglio la situazione in futuro”.

"Il rispetto fra Martin e Bagnaia ha fatto sì che non ci fossero scontri tra i team"

Bagnaia è stato un tuo piloti ai tempi della Mahindra in Moto3, com’è stato averlo come avversario?
È stata una lotta dura perché conosco Pecco e la sua famiglia e ho grande rispetto per tutti loro, è un ragazzo speciale e abbiamo un bellissimo rapporto. Era l’ultima persona contro cui avrei voluto giocarmi in Mondiale, fosse stato un altro pilota non ci avrei pensato più di tanto, con Pecco qualche mal di testa l’ho avuto”.

Quando gestivi sia Bagnaia sia Martin in Mahindra avresti mai pensato che un giorno avrebbero lottato per il titolo in MotoGP?
Assolutamente no. C’è una foto bellissima del Gran Premio di Germania in cui siamo tutti e tre sul podio: io, Pecco e Jorge, insieme anche a Zarco e Campinoti. C’è tutta Pramac, di cui anche Bagnaia ha fatto parte, il passato si è unito con il presente in un solo momento bellissimo. Era impensabile, dormivano insieme nel motorhome e sono arrivati a lottare insieme per un Mondiale con un rispetto incredibile”.

Per quello a volte sono criticati, si dice che non ci siano più le ‘vere’ rivalità.
Se ti comporti bene sbagli perché non c’è il personaggio che fa nascere quelle discussioni che piacciono alla gente, se ti comporti male sbagli lo stesso: qualunque cosa tu faccia, non va mai bene niente. Io ho apprezzato molto questa lotta fra Jorge e Pecco in cui, fuori dalla pista, sono stati il più professionale possibile. Li ho visti continuare a salutarsi e ad avere rispetto l’uno dell’altro ed è una cosa da sottolineare, poi in pista ognuno pensava a sé, come è giusto che sia. Per me è il miglior modo di lottare per un Mondiale. Se a qualcuno piace vedere il sangue, non è la mia visione. È stata una stagione molto bella, difficile, ma il fatto che i piloti avessero rispetto fra loro ha fatto sì che ci fosse anche fra le due squadre”.

"La tensione non mi ha permesso di godermi tutto quello che abbiamo fatto"

Però, domenica a Valencia, hai chiesto subito a Tardozzi la rivincita.
Una volta va bene, si impara dagli errori, ma se li ripetessimo saremmo stupidi (ride)”.

Quanto hai visto cambiare Martin durante la stagione? L’anno scorso il team ufficiale gli aveva preferito Bastianini.
Non voglio parlare del passato, ma sicuramente voglio sottolineare il grande percorso che ha fatto durante la stagione. Avevamo parlato durante l’inverno, sapevamo che era un pilota velocissimo, ma gli ho detto che era bello fare le pole position, ma i punti li danno la domenica. Meglio fare un passetto indietro cercando di prepararci meglio alla gara, senza preoccuparsi troppo della pole. È andata così, siamo partiti con le orecchie basse, concentrandoci per essere veloci sempre e non solo un paio di giri. Quando poi la base c’era, abbiamo spinto per tornare a essere veloci in qualifiche e lui è stato bravissimo a seguire le indicazioni”.

Fino a questo momento Martin ha giocato da outsider, nel 2024 invece partirà fra i favoriti: il difficile per lui inizia ora?
“Sono pensieri che sto facendo anch’io in questi giorni, io spero che si riparta da questo livello, fare tutto bene e poi i risultati vedremo se ci daranno ragione. Il pilota e la moto ci sono, non ci manca assolutamente niente come non c’è mancato assolutamente niente quest’anno, soprattutto sotto l’aspetto tecnico. Dobbiamo ringraziare Ducati che si è sempre comportata benissimo con noi, ci ha dato tutto senza mai tirarsi indietro, dando la possibilità di giocarcela anche se per loro era un rischio. Sono sempre stati molto presenti, tanto di cappello a Dall’Igna, a Domenicali e a tutta la Ducati”.

Non hai avuto paura di perdere Martin nel caso avesse vinto il Mondiale?
Avevo sentimenti contrastanti, volevo vincere, ma sapevo che se ci fossimo riusciti Jorge sarebbe andato via, sarebbe stata una gioia da una parte e una tristezza dall’altra. Pensandoci bene, se avesse vinto il Mondiale sarebbe stato giusto che andasse nella squadra ufficiale, che è il traguardo di ogni pilota. Fermarlo sarebbe stato ingiusto”.

Quale ricordo di quest’anno porterai sempre con te?
“Ne ho uno brutto e molti belli. Purtroppo la tensione che c’era non ho mi ha fatto vivere quelle vittorie nel modo giusto, pensavo subito a quello che c’era da fare il giorno dopo, non ho avuto il tempo per godermele, per sedermi e vedere il grande lavoro che avevamo fatto. È il grande rammarico che ho”.

Il ricordo più bello, invece?
Quel momento della stagione in cui continuavamo a fare podi con entrambi i piloti e con Martin siamo riusciti a recuperare 73 punti a Bagnaia, passando da meno 66 a più 7. Inoltre, eravamo l’unica squadra a essere riusciti a portare tutti i due sul podio, poi a vincere, prima che Bastianini lo facesse in Malesia. C’è stato un periodo idilliaco che ricordo con molta allegria”.

"Pramac è la novità che Morbidelli cercava, da Marquez dovremo imparare"

Il futuro è iniziato il martedì dopo il GP con i test e in squadra è arrivato Morbidelli.
Franco aveva bisogno di qualcosa di nuovo e sono convinto che lo troverà con noi. Il vero Morbidelli non è quello che abbiamo visto in questi ultimi anni e sono abbastanza sicuro che abbia ancora un gran potenziale e starà anche a noi aiutarlo. È un bel progetto, mi piacerebbe riportare Morbido come merita”.

Avete lavorato insieme per una sola giornata, ma qual è stata la prima impressione?
È troppo poco per dare un giudizio, ma mi è piaciuto molto il suo approccio. Non ha avuto pretese, ha voluto partire dalla moto standard per costruire una base in vista dei prossimi test, è stato quasi una shakedown. Ha avuto qualche difficoltà ad adattarsi alla frenata e al freno motore della Ducati, immagino che la Yamaha in quell’area sia ai nostri stessi livelli, ma la Desmosedici è una moto diversa. A inizio test ha fatto un pelo fatica, ma poi durante la giornata, nonostante condizioni non buone, ha iniziato a capire. Ho guardato i suoi dati e si iniziava a vedere che c’era, in alcuni punti la differenza dagli altri piloti Ducati era minima se non assente”.

Non si può parlare di 2024 senza citare Marc Marquez, cosa pensi del suo arrivo in Ducati?
Mi sembra abbia girato forte (ride). Ha già dimostrato che la velocità ce l’ha ancora, anche se questo non era assolutamente in dubbio, e mi ha stupito la sua rapidità ad adattarsi alla Ducati. Immagino che venisse da una moto difficile ed è salito su una una molto più facile, per uno come lui è stato un gioco da ragazzi. Una stagione intera è un’altra cosa, saremo in tanti a dagli battaglia”.

Secondo te come vivranno Bagnaia e Martin questo nuovo compagno di marca?
Dobbiamo viverlo tutti nel modo intelligente possibile: se sarà più forte di noi in certe aree dovremo imparare da lui. Anche Marc dovrà scoprire determinate cose e lo farà imparando da Pecco, da Jorge, da chi sarà davanti. Sarà interessantissimo scoprire il suo modo di guida, le sue caratteristiche e da parte nostra dovremo essere bravi a imparare ed essere meglio di lui”.

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