Tu sei qui

Moto2, Foggia: “Suppo mi ha dato più consapevolezza, da lui posso apprendere tanto”

INTERVISTA - “Livio ha avuto un grande impatto sul team e mi ha dato subito tanti consigli. La Moto2 è la categoria più difficile in questo momento e non ho degli obiettivi per quest’anno, ma i presupposti sono buoni. Penso ancora a Portimao 2021, potevo essere Campione del Mondo”

Moto2: Foggia: “Suppo mi ha dato più consapevolezza, da lui posso apprendere tanto”

Nella serata di sabato 27 gennaio, il team Italtrans ha tolto i veli dalle moto con cui darà l’assalto al Mondiale Moto2 nel 2024 con Dennis Foggia e Diogo Moreira. Un’annata che promette di regalare delle belle soddisfazioni alla squadra bergamasca e al pilota romano, impaziente di confermare la bella crescita mostrata lo scorsa stagione, al suo esordio nella classe intermedia. 

“Quest’anno sarà sicuramente importante, perché sono cambiate un po’ di cose all’interno del team ma anche nel Motomondiale, dove comincerà l’era delle gomme Pirelli. Questo sarà un parametro molto importante, dato che l’anno scorso ho fatto un po’ fatica ad adattarmi alle gomme. Abbiamo già provato le Pirelli nel test dopo la gara a Valencia. Mi sono trovato molto bene e non vedo l’ora di iniziare ha affermato Foggia, parlandoci delle sua aspettative per il 2024 e della sua prima stagione nella classe di mezzo.

Dennis, ti sei già posto degli obiettivi per questo secondo anno con il team Italtrans?
“Non mi sto dando degli obiettivi in questo momento. Penso soltanto a dare il massimo, visto che nel 2022 ero andato fortissimo quando ho fatto il test con la Moto2 e poi, due mesi dopo che è arrivata la moto 2023, siamo andati a Jerez e mi sono trovato molto male. Non mi faccio assolutamente delle aspettative, ma i test che abbiamo fatto sono andati molto bene con le gomme e quella sarà la moto che ritroverò tra un mese nei test di Portimao e Jerez, quindi abbiamo dei buoni propositi. Il team è cambiato internamente e adesso farà sicuramente di tutto per farmi esprimere il mio potenziale, mentre io farò il massimo per mettere in risalto le doti della squadra”.

Da quest’anno sarai seguito da un manager di alto livello come Livio Suppo, nuovo consulente del team. Cosa ti aspetti da questa collaborazione?
“Mi ha dato molti consigli sin dal primo momento che mi ha affiancato, quindi potrò apprendere molto da lui. In più, la sua figura ha anche avuto un grande impatto sul team e anche grazie a lui sono riuscito a mettere a posto diverse cose, che mi hanno permesso di trovarmi sempre meglio”. 

Che consigli ti ha dato?
“È una persona che ha lavorato con piloti molto forti e mi ha dato più consapevolezza e uno stimolo in più, consigliandomi di rimanere calmo e credere nelle mie potenzialità anche quando i risultati non arrivavano, anche perché l’anno scorso non è stato facile con il cambio di moto e di categoria e quando parti con delle aspettative un po’ troppo alte magari, ci rimani un po’ male quando non riesci a raggiungerle”. 

Come è il bilancio del tuo primo anno in Moto2?
“È stato ovviamente un anno di crescita, perché era tutto nuovo. Avevo una nuova squadra e alcuni membri del team andavano via e non hanno dato il 100% e io, essendo un rookie, ho fatto un po’ più fatica quando entravo in pista, non avendo avuto una grossa mano. Non avevo tantissimi riferimenti e nemmeno il mio compagno di squadra, che doveva lottare per il Mondiale, infatti pur essendo al primo anno andavo come lui. Però nelle ultime 5 o 6 gare ero costantemente nei 10. Abbiamo fatto un ottimo step e un’ottima crescita, poi quest’anno cambierà tutto e non vedo l’ora”. 

Quello dalla Moto3 alla Moto2 è un salto che ha messo in crisi numerosi piloti, penso ad esempio a Guevara, Dalla Porta, o Antonelli. Cosa rende cosi complesso questo passaggio di categoria?
“È una questione di stile di guida, di come ti adatti, poi anche le gomme sono un fattore molto importante, infatti ho visto che Guevara ha fatto molta fatica, anche se io guardavo più che altro me stesso ed ero concentrato sull’entrare in pista e cercare di adattarmi il meglio possibile alle gomme e alla moto. Abbiamo fatto delle buone gare e delle belle rimonte, ma la Moto2 non è facile anche perché non c’è elettronica. In realtà non c’era nemmeno in Moto3, ma lì non serviva affatto”.

Quali sono le principali differenze che hai riscontrato tra la Honda e la Kalex?
“Cambia completamente tutto. Questa è una moto vera, che pesa il doppio e ha il doppio dei cavalli. È molto più grande il passo dalla Moto3 alla Moto2, che dalla Moto2 alla MotoGP. Credo che la Moto2 in questo momento sia la categoria più difficile”.

Parlando proprio del passaggio in MotoGP, mentre in SBK abbiamo visto piloti come Locatelli o Bulega trovare subito spazio in un team ufficiale dopo il successo in SSP, nel Motomondiale è sempre più difficile riuscire a trovare un posto nella classe regina, anche per i campioni della Moto2. Cosa ne pensi di questa dinamica? 
“Ovviamente i posti sono pochi, e i piloti sono tutti molto forti, quindi si fa molta fatica. Specialmente noi italiani, che siamo in molti, facciamo più fatica rispetto magari a piloti che portano un’altra bandiera. Poi il prossimo anno scadranno tutti i contratti, quindi ci sarà più movimento rispetto alla stagione scorsa”. 

Acosta sarà l’unico rookie di quest’anno. Tu che lo conosci dai tempi della Moto3, che pilota hai visto la passata stagione?
“È un pilota molto veloce e molto forte ed è sempre stato in un top team, visto che il team KTM ha vinto quasi tutti gli anni in Moto2 e un pilota forte come lui, in un team competitivo come il suo, può sicuramente fare la differenza. Proprio come ha fatto. In Moto3 sono riuscito a lottare con lui fino a che Binder non mi ha colpito nella penultima gara, però era sicuramente alla nostra portata”.

Pensi ancora all’incidente a Portimao?
“Ci penso sì, perché avrei potuto essere Campione del Mondo, visto che in sei gare gli avevo recuperato 90 punti. Eravamo molto competitivi e il titolo era alla nostra portata, per questo mi dispiace non aver avuto l’opportunità di lottare per il Mondiale. Diciamo che avrei preferito perderlo io”.

Quello di non essere riuscito a lottare per il titolo fino alla fine è l’unico rimpianto che hai del tuo percorso in Moto3? 
“Sì è l’unico, anche perché nel 2022 sono stato molto sfortunato. Ho rotto la moto tre volte e Guevara ha preso margine vincendo quelle gare in cui ho preso zero punti. Ero l’unica Honda lì davanti e sono contento di quello che è stato il mio percorso in Moto3. Sono stato il pilota italiano a ottenere più vittorie in un anno e ho fatto il massimo che potevo. Poi, purtroppo, nel Mondiale possono capitare gli incidenti. Ci sono rimasto male, ma può capitare”.

Nel 2015 eri entrato a far parte della VR46 Riders Academy. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
“Non avevo aspettative, volevo soltanto imparare da loro e da Vale, con cui sono rimasto in ottimi rapporti. Infatti sono stato al Ranch due settimane fa per la 100 km dei Campioni. Mi è servita molto come crescita, più umana che in pista, ed è stato un bel capitolo della mia vita. Sono stati tre-quattro anni molto intensi. Ho vinto il Mondiale Junior e sono approdato al Mondiale insieme a loro, quindi è stato un bel trampolino di lancio”.

Photo credit: Italtrans Racing Team

Articoli che potrebbero interessarti