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MotoGP, Lin Jarvis: "Dallara, Marmorini e Bartolini, così cambia la Yamaha"

"Per fare restare Quartararo e trovare un team satellite abbiamo bisogno di una moto competitiva, o di convincerli che lo sarà. Per me ancora un anno a capo del team, sto già preparando la mia uscita"

MotoGP: Lin Jarvis:

Yamaha ha bisogno di cambiare passo per riuscire a raggiungere i rivali e per costruire il suo futuro. Lin Jarvis lo sa bene: c’è Quartararo da tenere e un team satellite da trovare, per riuscirci serve una moto veloce. Anche i giapponesi sembrano averlo capito e le tante collaborazioni con gli ingegneri italiani indicano la volontà di cambiare. L’importante è riuscire a farlo in fretta.

Lin, quanto potranno aiutarvi le concessioni?
Nel nostro caso penso potranno essere molto utili perché abbiamo solo due piloti e quindi non abbiamo abbastanza informazioni. Questo vantaggio ci ha già permesso di selezionare alcune parti ancora prima che inizino i test ufficiali, siamo un passo avanti e per noi è essenziale. Durante la stagione, i vantaggi dipenderanno dalla nostra abilità di provare e di portare cose nuove per accelerare lo sviluppo”.

L’arrivo di Massimo Bartolini dalla Ducati come influirà?
È una parte di un processo generale che è iniziato nel 2022 quando avevamo iniziato la collaborazione con Luca Marmorini e il suo staff per aiutarci a sviluppare il motore. La seconda fase è stata più recente, risale allo scorso agosto, quando abbiamo è cominciata la partnership con Dallara per assisterci con l’aerodinamica, un campo in cui eravamo indietro. Poi abbiamo preso da Ducati Marco Nicotra, che è arrivato da noi a ottobre ed è a capo dell’attuale dipartimento aerodinamico che ha base in Italia e ora Bartolini. Si è unito a noi il 9 gennaio ed è subito andato in Giappone per conoscere le persone e il nostro sistema di lavoro. Certo, non si può cambiare tutto dal giorno alla notte, ma sappiamo che abbiamo bisogno di cambiare, di accelerare, di essere meno conservativi e di aprire la nostra mente”.

Siete sulla strada giusta?
La nostra efficienza in un test o in un weekend di gara deve migliorare e Max ci porta esperienza e conoscenze dall’esterno per creare un sistema non simile a quello di Ducati, ma uno nuovo. Bartolini sarà allo stesso livello di Matsuda (il nuovo Project Leader MotoGP ndr) ed è abbastanza inconsueto, non era mai capitato in Yamaha”.

Quale sarà il ruolo di Bartolini?
Max sarà quello al comando, quello che prenderà le decisioni durante il fine settimana di gara. Di solito avere due capi non è mai positivo, ma Matsuda avrà un ruolo centrale nel box e di coordinamento fra quello che succede in pista, l’Italia e il Giappone”.

Durante la presentazione del team hai paragonato questa stagione al 2004, quella dell’arrivo di Rossi, pensi siamo all’inizio di una nuova era per Yamaha?
Non è un confronto diretto perché l’arrivo di Rossi è stato qualcosa di enorme, una grande scommessa e un grande rischio, e avevamo dovuto riprogettare la moto, quello è stato l’inizio di una nuova era. La similitudine è che arrivavamo da una stagione difficilissima, non avevamo vinto nemmeno una gara, e dovevamo cambiare. Mi ricordo una discussione, dicemmo che qualsiasi cosa avessimo fatto, se non fosse arrivato Valentino non avremmo avuto alcuna possibilità, perché a quel tempo era un fenomeno”.

E ora?
La situazione è diversa, ci sono molti piloti competitivi e, anche se arriviamo da un anno difficile, non siamo così lontani a livello tecnico. Ci mancano piccole cose in tante aree, per questo dobbiamo cambiare per tornare a essere competitivi. Parlare di nuova era è forse un po’ troppo, meglio parlare di un nuovo approccio, di un nuovo sistema. In Yamaha Italia abbiamo molti ingegneri, aumentano ogni anno, e dobbiamo unire l’aggressività italiana alla precisione giapponese. È quello che speriamo di fare”.

Pensi che potrete tornare alla vittoria in fretta?
Devo sperarlo, ma sono anche realistico e sappiamo in questo momento il livello è molto alto, specialmente quello di Ducati che ha 8 piloti molto competitivi. Non sarà semplice, ma dobbiamo tornare velocemente frequentemente sul podio, anche vincere qualche gara, è un processo. Serve tempo per peggiorare e serve tempo per migliorare, daremo il nostro massimo, ma sarà difficile battere la Rossa quest’anno.

Dovrai pensare anche ai contratti dei piloti e a cercare un team satellite.
Ci sono 19 piloti senza contratto in questo momento, sarà molto emozionate guardare la gare e anche molto complicato il lavoro fuori dalla pista. Per quanto riguarda i team, ce ne sono 3 in scadenza di contratto, LCR, Pramac e VR46. Noi abbiamo bisogno di una seconda squadra e di piloti e quindi dobbiamo essere competitivi, o comunque convincerli che con i nostri investimenti stiamo facendo dei progressi. Non firmi un contratto per la moto attuale, ma per quella che ti aspetti di avere. È come quando Hamilton decise di andare in Mercedes, io non ci credevo, ma lui sapeva qualcosa, che quella macchina sarebbe stata competitiva in futuro. Quindi dobbiamo convincere i piloti e il team satellite delle nostre capacità, delle nostre intenzioni per il futuro”.

Hai una data limite per chiudere con un team satellite?
Al più tardi a metà stagione, direi che l’ideale sarebbe a giugno, intorno al GP di Assen”.

Ci sono anche molte voci sul tuo di futuro…
Questo sarà il mio 25° anno come Managing Director del team ufficiale e non sto diventando più giovane (ride). In un momento dovrò fare un cambiamento e dovrò preparare la transizione, è quello che farò e posso dire che in questa stagione manterrò il mio ruolo, poi vedremo. Siamo in un processo di selezione per capire chi potrò prendere il mio posto”.

Quale caratteristiche deve avere il tuo successore?
Sarà una persona che è in Yamaha, non stiamo guardando all’esterno. La sua nazionalità non è importante,  ma la sua mentalità, la sua esperienza”.

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