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MotoGP, Binder: “L’incidente con Pecco? Ci siamo toccati, ma non sapevo fosse caduto”

“Ho tenuto la mia solita linea a ingresso curva, poi mi è sembrato che Pecco e Bezzecchi si siano scontrati. La mia caduta? Mi sono spaventato quando Alex è scivolato e ho toccato il bagnato”

MotoGP: Binder: “L’incidente con Pecco? Ci siamo toccati, ma non sapevo fosse caduto”

Non è stato un sabato tranquillo quello vissuto a Jerez da Brad Binder. Scattato dalla seconda fila dopo essere transitato dalla Q1, il sudafricano del team ufficiale KTM si è inserito sin da subito nella lotta per il podio, ma la sua gara non è andata secondo i piani e si è conclusa con una caduta in Curva 5 al 9° giro della contesa. 

“Quella di oggi è stata una giornata impegnativa per me, dovendo affrontare sia la Q1 che la Q2. In ogni caso, mi sono trovato abbastanza bene con le condizioni miste di questa mattina, sono passato in Q2 ed è sempre bello riuscire a qualificarsi quarti - ha detto Brad, tracciando il bilancio della sua giornata - La gara è stata ok. Ho fatto una buona partenza e provato a spingere sin da subito, ma alla fine del contro rettilineo mi sono accorto che c’erano molte più chiazze di bagnato di quelle che avevo visto nel giro di schieramento. Mi ci sono voluti due o tre giri per trovare il mio passo e appena ho trovato un ritmo decente mi sono sentito abbastanza bene in sella. Quando Alex è caduto davanti a me mi sono spaventato un attimo e nel rialzare la moto ho toccato una chiazza di bagnato e così sono finito a terra anche io”.

Più che l’epilogo della sua gara, tuttavia, a finire sotto ai riflettori è stato l’aggressivo ingresso compiuto da Binder in Curva 1, in un tentativo di superare sia Marco Bezzecchi e Francesco Bagnaia, che ha portato alla caduta del campione in carica.

“Ho seguito la linea normale, in ingresso. Guardando il video, sicuramente, ero più stretto del solito quando sono arrivato a centro curva, ma uscendo dall’ultima curva, loro due si sono divisi andando uno alla mia sinistra e l’altro alla mia destra. Ho pensato che ci sarebbe stato un po’ di caos, perché la moto più all’interno mi sembrava che stesse andando dritta, ad essere onesti ho pensato che entrambe sarebbero andate dritte, quindi ho tenuto la mia solita traiettoria e mi è sembrato che poi loro siano rimasti chiusi a sandwich e si siano toccati, ha spiegato Brad.

Nonostante l’episodio abbia fatto parecchio discutere, non è stata data alcuna sanzione al sudafricano per la caduta di Pecco e lo stesso pilota KTM non si aspettava alcun provvedimento nei suoi confronti, non essendosi nemmeno accorto dell’accaduto. 

“Non sapevo che fosse successo qualcosa. C’era stato un piccolo contatto con Pecco, ma non sapevo che qualcuno fosse caduto, o che fosse successo qualcosa - ha ammesso - Sono andato avanti con la mia gara e poi me ne ha parlato la squadra quando sono rientrato”.

In questa giornata storta del suo portabandiera, la Casa austriaca ha comunque potuto festeggiare un doppio podio con Pedro Acosta e Dani Pedrosa. Un risultato che mette pressione al 28enne? 

“Pressione non è la parola giusta. Stavo facendo un buon lavoro per essere lì con loro, ma sfortunatamente non mi è andata bene oggi. Siamo stati competitivi questo weekend e sono molto felice di vedere Dani sul podio. Èuna figata, soprattutto considerando da dove partiva. Almeno ci hanno pensato loro a far sventolare la bandiera della KTM”, ha osservato Binder, convinto di poter puntare al riscatto già GP di domani.

“Ci sono un paio di cosine che vorrei cambiare per domani, ma si tratta di piccoli dettagli. La moto funziona bene, ero giusto un po’ troppo teso all’inizio quando mi sono preso qualche rischio sulle chiazze bagnate e per questo ho cercato di evitarle. Forse  sarebbe stato meglio se avessi continuato a farlo per qualche giro in più. Comunque sia è andata così, ma abbiamo un buon passo. Domani andremo avanti a testa bassa e andrà bene ha detto Brad, che non è certo però di riuscire a salire sul podio: “Penso che oggi fosse alla portata se non fossi caduto. Domani staremo a vedere”.

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