Quanto contano oggi le Federazioni nel motorsport? La risposta è: poco

L'uscita di scena, dopo un tentativo di occupare il centro del ring della F.1 del Presidente Fia Ben Sulayem, ricorda che è Liberty Media che gestisce l'automobilismo di vertice, come Dorna il motociclismo

Scritto da Paolo Scalera - Gio, 09/02/2023 - 08:06

Sono tempi difficili per le Federazioni e i loro Presidenti. La conferma ce la dà il passo indietro del presidente FIA Mohammed Ben Sulayem. L’uomo succeduto a tre personaggi forti come Jean Marie Balestre (1986-1993), Max Mosley (1993-2009) e Jean Todt (2009-2021) ha praticamente abbandonato la F.1, uscendo dalla trincea, dopo diversi passi falsi.

Il dirigente degli emirati paga il suo presenzialismo e vere e proprie gaffe che lo hanno depotenziato, tanto che ieri ha annunciato il passo indietro, lasciando a Nikolas Tombazis (ex Ferrari) e il suo team, dichiarando di volersi “concentrare solo sulle questioni strategiche”.

Resta da capire quali saranno visto che l’intera responsabilità tecnica era già affidata a Tombazis e, quella sportiva a Steve Nielsen.

Liberty Media: non giochiamo con il valore degli sport motoristici

Probabilmente dopo aver inciampato in varie gaffe, la minaccia di punire Lewis Hamilton per aver disertato le premiazioni di fine 2021, l’assurdo divieto ai piloti di esprimersi liberamente su temi estranei allo sport, ha superato la linea di guardia quando ha fatto capire di voler gestire l’ingresso di nuovi team in F.1. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’intromissione del possibile prezzo di acquisto della F.1 che quando fu acquisita da Liberty Meda nel 2016 valeva 4,4 miliardi ed oggi potrebbe essere valutata 20. MBS ha giudicato il valore eccessivo.

Apriti cielo! Liberty Media giudicando le sue parole una intrusione nei propri affari una fatto recepire al presidente una durissima lettera legale che fra le altre cose ha ricordato a Ben Sulayem che i diritti della F.1 sono di Liberty Media per un periodo più lungo del suo mandato presidenziale: 99 anni.

Nulla di nuovo sotto il sole: nel 2019 il Presidente della FIM, Jorge Viegas, appena eletto, si permise di fare anticipazione sul mondiale Superbike alludendo ad un possibile cambio di scenario.

Il portoghese, parlando delle gestione del mondiale delle derivate di serie affermò a Prawda Moto, testata youtuber polacca: “questa non è la strada corretta e posso anche dire che ho già un piano, ma che non posso ancora parlarne. Devo anche sottolineare che ci sono ragioni storiche per cui Dorna ha iniziato a gestire anche la SBK. Questa non è la soluzione ideale e quello che posso affermare che in questo momento è che all’interno della FIM, ed io in particolare, stiamo lavorando per cambiare questa situazione. Ci saranno presto notizie. Io sono molto sensibile a questo argomento, perché devo anche dire che la stessa Dorna non è completamente soddisfatta di questa situazione. La SBK non può essere una seconda divisione della MotoGP, non è questo il modo giusto di gestirla”.

Sarebbe potuto bastare, ma le voci innescate dalla dichiarazione - si pensò ad un potenziale sostituto di Dorna per la gestione del mondiale Superbike, la MSVR, ovvero la società che detiene i diritti del British Superbike e che negli anni ha fatto sparire l'elettronica da quelle moto, riuscendo a creare anche tantissima presenza di pubblico in pista in ogni appuntamento del campionato - bastarono a far infuriare Carmelo Ezpeleta, Ceo della Dorna che in una nostra successiva intervista depotenziò immediatamente Viegas asserendo che il portoghese si era espresso od era stato male interpretato in inglese.

Ciò ci conferma che al momento il vero potere degli sport motoristici non è più nelle mani delle Federazioni ma bensì di chi ne sfrutta i diritti commerciali. Dorna Sports, ha un contratto con la FIM, e detiene i diritti della MotoGP fino al 2041 e quelli della Superbike fino al 2036.

C’è da dire che a fronte di una preponderanza dei gestori dei diritti in vari campionati, tale da far pensare ad un monopolio, questi sono stati comunque capaci di far superare ai campionati i due anni terribili della epidemia Covid che, forse, in altre mani, avrebbero portato al collasso del Motorsport.

L’insegnamento comunque che ci porta questa storia, per la FIA e la FIM, è che i Presidenti devono stare molto attenti ad intromettersi nella gestione dei campionati…a meno di essere degli Highlander!