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Se scappi, ti sposo: nella mente di Marquez e Bagnaia prima della collisione

L'ANALISI Gli ultimi sei giri di gara di Pecco e Marc che confermano tutti i dubbi, ma anche le certezze, di casa Ducati, che ora è chiamata a prendere la sua decisione con qualche dubbio in più

Se scappi, ti sposo: nella mente di Marquez e Bagnaia prima della collisione

Resistere ad oltranza, o lasciare il passo quando l’avversario che ti segue è più veloce? La risposta non è univoca: a noi piacciono i piloti tosti, quelli che vendono cara la pelle, ma poi alla fine a vincere i titoli sono quelli intelligenti. E non sempre reagire d’istinto è la cosa migliore.

Ovviamente stiamo parlando della collisione fra Marquez e Bagnaia, che entrambi avrebbero potuto evitare ed è per questo che non c’è stata alcuna penalizzazione in quello che è stato giudicato un incidente di gara. Quindi tutti contenti? No niente affatto!

Una brevissima analisi prima di passare ad un argomento completamente differente: esaminiamo gli ultimi sei giri di gara di entrambi, poi Marquez è ripartito, per non prendere punti ma confermando quell’aggressività che sempre lo ha contraddistinto, Bagnaia invece l’ha mollata lì. Attenzione, perché i mondiali si vincono anche per un singolo punto. Ma ne riparliamo dopo, torniamo ai tempi sul giro.

Nelle ultime sei tornate prima del fatto Pecco ha fermato il cronometro in 1.39.0, 1.39.332, 1.39.309, 1.39.229, 1.40.394, 1.39.525.
Marc, dal canto suo nei medesimi giri ha fatto 1.39.303, 1.39.241, 1.39.296, 1.38.973, 1.39.607, 1.39.532.

I giri decisivi sono stati il 20° ed il 21°: nel 20° infatti Marquez ha azzannato la coda della GP24 di Bagnaia facendo il suo giro più veloce in gara, 1.38.973, mentre Pecco girava in 1.39.229, alzando ulteriormente il suo tempo nel giro successivo in 1.40.394, dove Marc faceva 1.39.607. Poi nella tornata successiva i tempi si equivalevano, logico visto che i due erano ormai a contatto.

Non siamo nella mente dei due, ma ciò che hanno pensato è chiaro come se avessero avuto la nuvoletta del fumetto fuori dal casco.

Marc: “ora lo passo, faccio il quinto posto che mi ero prefisso e metto la mia GP23 davanti alla sua ufficiale”.
Pecco: “non ho più gomma, ma resisto perché non voglio finirgli dietro”.

Tutti e due ragionamenti logici, da grandi piloti, con una piccola, ma non insignificante differenza: Marquez quest’anno, anche se tutto è possibile, non sta correndo per il mondiale, e non deve difendere alcun orgoglio e lo ha confermato arrendendosi al più veloce Acosta. Bagnaia al contrario, sta correndo per il mondiale e ieri a Portimao non ha difeso il 5° posto, un misero punticino di differenza con il 6°, bensì l’onore di campione del mondo in carica alla guida dell’ultima arma di Gigi Dall’Igna. Ci sta, ma la domanda è, nel suo caso, ne valeva la pena? Anche perché davanti a lui di GP24 c’erano comunque quelle di Jorge Martin e del compagno di squadra Enea Bastianini. Ed una giornata appena leggermente storta può capitare.

Quindi lasciamo perdere tutti i ragionamenti su chi ha torto o chi ha ragione nella collisione, episodio già passato in giudicato e parliamo di opportunità.

Una buona risposta - ha premesso di non voler ‘abboccare’ alla trappola della domanda del giornalista - la ha fornita Claudio Domenicali con una frase che rivela molto più di quanto volesse dire: “ li capisco, ma non li giustifico del tutto, può essere questa una buona sintesi”.

Lo è, perché poi nella sua mente la frase completa è stata: “Pecco, ma lascialo andare, sei il campione, hai due anni di contratto firmato, che dovevi dimostrare?”.

Vabbè, queste sono mie elucubrazioni. Non sto dando la croce addosso a nessuno. Ne ho visti centinaia di incidenti come questi, alcuni volontari, altri meno. Questo sicuramente non ha comportato volontarietà da parte di entrambi. Diciamo che quando sei in una vasca con uno squalo bianco, ti devi aspettare di essere morso. Non è cattiveria è istinto. E nel caso di Marc - tornate un po’ in sù in questo pezzo - è l’istinto che gli ha fatto rialzare immediatamente la moto per cercare di afferrare anche un solo punticino, mentre Pecco camminava nella ghiaia.

Marquez pensava già al prossimo morso, Bagnaia chissà a che cosa.

Ma vabbè, il fatto importante è un altro e ha a che fare con il mercato piloti. E quello che scriverò piacerà a pochi.

Secondo me alla Ducati piacerebbe un sacco avere nel 2025 la coppia Bagnaia-Marquez, per ovvi motivi di competitività e risonanza mediatica. Ovviamente la decisione deve essere presa su basi logiche, non emotive e queste basi si fondano principalmente sulla riconferma del titolo di Francesco Bagnaia.

Messo quello in cassaforte a Borgo Panigale possono, appunto, decidere di prendersi in casa l’otto volte iridato per un dream team da favola, oppure tenersi l’ottimo Bastianini, che è veloce e simpatico e con Pecco forma una buona squadra.

Ciò che non vogliono è decidere, magari entro il GP del Mugello quindi nel pieno dell’incertezza, e ritrovarsi poi a fine stagione con il titolo nelle mani, magari, di Jorge Martin che, se non confermato, si porterebbe il numero 1 da qualche altra parte.

Comunque andrà la Ducati perderà un ottimo pilota a fine 2024, sia esso Martin o Bastianini. O anche magari Marquez. Il punto è: quale è meglio perdere, quale è più interessante sotto tanti punti di vista? Ed ancora: possiamo permetterci di dire ad uno come Marquez, se vuoi rimani in un team satellite, ti daremo comunque la GP25 e tutta l’assistenza del caso? Con il rischio, tutt’altro che remoto, di vedergli vincere il titolo?

Suvvia, smettiamo di fingere, come dice Pernat, che quello di oggi sia il ‘Marquez meno qualche cosa’: è il Marc di sempre, che se gli mettete una moto competitiva fra le mani combatterà sino all’ultimo stilla di energia. Quello che ha fatto della caduta un marchio di fabbrica.

Poi, certo, oggi non ha più la freschezza dei 20 anni e sono arrivati gli Acosta, i Bastianini ed anche i Bagnaia, ma vogliamo azzardarci a dire che Marc deve dimostrare qualcosa? E cosa? E a chi?

Naturalmente liberi tutti di avere, ognuno, le proprie idee. Queste sono le mie e cadendo nella trappola dell’orgoglio, Pecco Bagnaia ha complicato non di poco la decisione che la Ducati è chiamata a prendere, spostandola molto avanti nel tempo. Cosa che a Marquez non cambia nulla, o insomma non molto, mentre a quelli di Borgo Panigale, un bel po’.

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