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SBK, Garrett Gerloff: “Senza i campioni USA del passato non sarei in Europa"

“Hayden, Spies e Edwards sono una motivazione e un esempio per me. Al momento non credo di avere chance per prendere il posto di Van der Mark ma spero che Yamaha mi cercherà di nuovo tra qualche tempo”

SBK: Garrett Gerloff: “Senza i campioni USA del passato non sarei in Europa

Nella due giorni di test Superbike a Barcellona molti dei riflettori sono stati puntati sul confronto, divertentissimo per altro al giovedì mattina, tra il campione del mondo Jonathan Rea sempre il migliore della classe con la Kawasaki e Scott Redding al suo debutto nella categoria con la Ducati V4. Un passo indietro sono sembrate le altre Case con Honda in piena fase di sviluppo della sua CBR1000RR-R e Yamaha che non si è presa la testa delle classifiche ma che ha comunque dimostrato di avere dei buonissimi assi nella manica in vista della nuova stagione. 

Nel team ufficiale ha fatto discutere l’addio di Michael Van der Mark dopo 4 anni in sella alla R1 per sposare il progetto BMW e questa separazione obbliga Yamaha a guardarsi intorno per trovare un pilota ad affiancare a Razgatlioglu nel il 2021. Un candidato, che rappresenterebbe anche una buona mossa in ottica futura, è sicuramente Garrett Gerloff, rookie della SBK con la R1 del team GRT, giovane americano proveniente direttamente dal MotoAmerica e che potrebbe essere con Toprak il volto di una SBK che avanza.

“Il mio obiettivo è correre per il team ufficiale e farò di tutto per riuscirci, ma penso di non avere molte possibilità prendere il posto di Van der Mark in questo momento – ci ha detto onestamente Garrett nel corso di una intervista esclusiva a Barcellona – Ora per me l’importante è continuare ad imparare e fare risultati sempre migliori, poi spero che quando sarò più pronto daranno una seconda occhiata verso di me”. 

Ti ha sorpreso l’addio di Van der Mark o te lo saresti aspettato?

“Michael ed io abbiamo lo stesso managar ma non sapevo nulla di ciò . Sono rimasto davvero molto sorpreso, ma ad ogni modo, è bello vedere qualche cambiamento sulla griglia”. 

Il mese scorso hai ricordato Nicky Hayden con un lungo post su Instagram (QUI IL LINK DIRETTO). Cosa significano per te i grandi campioni americani? Sono una motivazione in più?

“Se non avessi visto Ben Spies, Nicky Hayden e Colin Edwards arrivare in Europa e gareggiare con i migliori piloti del mondo probabilmente non avrei avuto la motivazione per fare lo stesso. Quando avevo 12 anni li seguivo in televisione e vedevo le loro vittorie. Sono stati una vera ispirazione per me e anche la dimostrazione che nulla è impossibile, basta crederci nel modo giusto e lavorare sodo per arrivare al top”.

Quanto è importante essere qui e poter essere nuovamente sulla tua moto?

“Dorna mi ha mandato dei documenti per permettermi di prendere l’aereo per venire a Barcellona, ma ero comunque abbastanza preoccupato che mi rimandassero indietro una volta atterrato in Spagna. Fortunatamente i documenti di Dorna hanno funzionato ed essere qui a girare con la R1 è davvero bello. Questi quattro mesi sono stati il periodo più lungo che io abbia mai passato senza guidare la mia moto da gara e ieri alla prima uscita è stato davvero emozionante”. 

Tu arrivi dal Texas e sappiamo che la situazione Coronavirus negli Stati Uniti è diversa rispetto a quello che stiamo vivendo ora in Europa. Nelle scorse settimane sei riuscito ad allenarti?

“In Texas non abbiamo avuto un lockdown stretto come in altri Stati americani o in altri Paesi, non so se questo è stato un bene o un male ma ad ogni modo ho potuto continuare ad allenarmi sia in bici che in moto, ovviamente mantenendo il giusto distanziamento sociale”. 

Come sono andati questi due giorni di test a Barcellona, che sensazioni hai avuto sulla R1?

“Il tracciato è davvero incredibile – ha continuato Garrett - mi sono sentito subito bene e credo di averlo imparato abbastanza velocemente, forse perché mi ricorda alcuni tracciati americani in alcuni settori. Ritornare in pista dopo così tanto tempo ti permette di vedere le cose da una prospettiva diversa perché è come se si iniziasse da capo, non totalmente, solo un po’”. 

Da Jerez, in pratica, inizierà una nuova stagione. Come giudichi il calendario corto di questa SBK?

“Sarà un campionato strano, vorrei più gare per imparare più piste possibili e sviluppare la moto ma correremo due volte ad Aragon e li avrò il tempo che mi serve per prepararmi al meglio. Vedremo ma io certamente proverò a fare del mio meglio”. 

 

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