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MotoGP, Yamaha: ci sarà la promessa di un team ufficiale per la VR46 di Rossi?

Jarvis argomenta: "Lavoriamo a stretto contatto con la VR46, gestiscono il nostro team Master Camp Moto2, abbiamo un rapporto molto stretto con Valentino". Questa situazione può portare i giapponesi ad affidare all'icona di Iwata le redini della squadra ufficiale

MotoGP: Yamaha: ci sarà la promessa di un team ufficiale per la VR46 di Rossi?

Ve la ricordate la dichiarazione, che riportammo in esclusiva. Del Presidente FIM Jorge Viegas che diceva, letteralmente: “"il team di Valentino cambierà la Ducati per la Yamaha nel 2024. Non c'è ancora nulla di confermato, ma l'idea è questa".

Ovviamente la VR46, che ha un contratto firmato con la Ducati, smentì subito decisamente. Poi la questione passò sotto silenzio, ma attualmente il fatto è che la Yamaha è l’unica casa nel panorama della MotoGP ad avere solo due moto in pista. Ed attualmente l’unica squadra ‘libera’ dopo il 2023 è quella di Gresini il cui contratto scadrà appunto alla fine della corrente stagione.

E’ difficile però che il team italiano, che ha vinto 4 Gran Premi con Bastianini nel 2022, decida di cambiare casacca.

C’è dell’altro: Yamaha vorrebbe riportare a casa il team VR46 perché questo porterebbe in dote due ottimi giovani piloti come Luca Marini e Marco Bezzecchi. Non che Di Giannantonio e Alex Marquez manchino di potenziale, ma la casa di Iwata ha già rapporti di lavoro con la VR46, che sembrerebbe dunque il partner ottimale.

La questione comunque è, al momento, speciosa perché prima la Yamaha dovrà poter offrire una M1 competitiva. Ci riuscirà? E fatto questo, saprà cambiare la sua immagine di casa capace solo di sfruttare i team satellite come una mucca da mungere? In fondo in pochi anni ha perso due squadre: il team Tech 3 ed il team RNF, perdendo anche uno sponsor interessante come Petronas.

"Non voglio commentare quello che ha detto Viegas. Vorrei solo che tutti rispettassero la sua area di influenza - ha detto Lin Jarvis, boss della Yamaha al nostro sito cugino Motorsport - Ovviamente vorremmo tornare ad avere una squadra satellite il prima possibile, ma ci sono diversi elementi da considerare. Il primo è che dobbiamo avere una moto competitiva, per convincere chi di dovere che vale la pena cambiare moto. Poi dobbiamo essere in grado di offrire un buon accordo, con un buon supporto a tutti i livelli. E infine, dobbiamo rispettare i contratti tra i possibili interessati e i loro attuali fornitori. Se non possiamo farlo nel 2024, lo faremo nel 2025".

L’ultima frase suona un po’ come la rassegnazione di chi si è reso conto della difficoltà di strappare il team del suo pilota-icona, Valentino Rossi, alla concorrenza. Ma Jarvis sa anche che la MotoGP attuale non è estranea alla politica. E ‘ragioni di stato’ potrebbero anche spingere Valentino, Uccio e compagnia ad accettare il cambio di casacca. A questo punto facciamo una provocazione: una volta con una squadra con i diapason Yamaha sui serbatoi, quanto ci metterà Rossi ad impadronirsi dell’intera gestione del team ufficiale?

Per il momento però Lin non ha ancora alzato bandiera bianca.
“Lavoriamo a stretto contatto con la VR46, gestiscono il nostro team Master Camp Moto2, abbiamo un rapporto molto stretto con Valentino; ha pilotato una Yamaha factory per 16 anni nel Campionato del Mondo MotoGP. La logica direbbe che questa è una buona direzione da seguire. Valentino ha due piloti assolutamente promettenti come Marco Bezzecchi e Luca Marini. E noi sosteniamo la VR46 Riders Academy con moto Yamaha. Ha molto senso seguire questa strada. Ma hanno un contratto con la Ducati per il 2024”.

Allora diciamo che l’accordo potrebbe anche andare in porto, ma solo se la Yamaha, in vista di un impegno di lungo termine, promettesse appunto a Rossi la gestione del team ufficiale.

Dopotutto per tutti, Lin Jarvis incluso, prima o poi è tempo di pensione.

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