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MotoGP, Alzamora: "Neanche Marquez conosce i propri limiti"

Parla il manager che lo scoprì a 12 anni: "Marc continua a imparare e questo mi stupisce. Rischia molto? i veri campioni lo fanno"

MotoGP: Alzamora: "Neanche Marquez conosce i propri limiti"

Parafrasando un celebre detto, si potrebbe dire che dietro un grande campione c’è sempre un grande manager. Nel caso di Marc Marquez, è Emilio Alzamora, che da pilota ha vinto un Mondiale in 125 ma da talent scout ha trovato la classica gallina dalle uova d’oro. “Il campione è lui, io non ho mai avuto il suo talento” svicola il confronto.

Emilio, quando hai conosciuto Marquez?
In occasione di una cena che la Federazione Motociclista Spagnola organizzò per il mio ritiro dalle corse. Lui aveva 12 anni”.

Cosa ti colpì in Marc?
Era molto giovane, ma allo stesso tempo molto maturo per la sua età . Pensava solo alle moto, le gare erano per lui ancora un gioco, ma in pista era sempre nel box con i tecnici, cenava anche con loro. Era il suo modo di fare che faceva la differenza rispetto agli altri piloti”.

Pensavi già che sarebbe diventato quello che è ora?
Non puoi mai saperlo, ma a Motegi mi ha lasciato senza parole, non le trovo. Marc ha fatto una gara bellissima, fantastica e intelligente. Ha preso dei rischi come fanno solo i veri campioni.

Marquez ha sottolineato che si vince tutti insieme e tu fai parte del gruppo…
Il mio compito è essere al suo fianco quando ci sono problemi, ma è lui a prendere le decisioni, è lui il campione. In realtà gli do pochi consigli, secondo la sua filosofia se resti a casa seduto sul divano non rischi, ma non migliori nemmeno. Non impari e non arrivi al livello dei migliori”.

Cosa significa essere il suo manager?
Ho semplicemente avuto la fortuna di lavorare con un 'mostro' come lui. È una responsabilità importante perché per lavorare con Marc devi restare al suo livello, devi essere sempre al massimo. Lui è un perfezionista”.

Riesci a tenere il passo…
Marc è un ragazzo allegro, ama correre e si gode la vita. È anche umile, in questo ci assomigliamo, poi ha una visione chiara dei problemi e non perde mai la testa. Sa ascoltare, ma l'ultima parola è sempre la sua”.

Il contratto con la Honda per altri due anni è già firmato, ma in quanti busseranno alla tua porta?
Ci sarà la coda per averlo (sorride). In questo momento Marc non ci pensa, deve godersi  questo 7° titolo e la Honda ha fatto un gran lavoro, ma anche tutti i suoi avversari lo hanno fatto. In MotoGP funziona così: Yamaha è in un momento difficile, ma tornerà, Suzuki ha fatto un grande passo in avanti, la Ducati è molto competitiva. Oggi non si vince senza avere una moto ed un team di grande livello. Quando affermo che non si può dividere i meriti fra Marc e la Honda non è perché qualcosa o qualcuno me lo impedisce: semplicemente quel che hanno fatto, lo hanno fatto assieme”.

Quali sono i loro punti di forza?
È un'alchimia: ci sono circuiti dove Ducati è stata migliore di Honda, ma poi c'è la gestione del team, la messa a punto della moto. È sempre un insieme di fattori”.

Marquez ha già vinto 5 titoli nella classe regina, meglio di lui hanno fatto solo Agostini e Rossi. Potrà batterli?
C’è anche Angel Nieto, anche se ha vinto solo nelle piccole cilindrate. L’importante nella vita è avere buona salute e un lavoro, Marquez li ha entrambi. Ogni anno è un anno nuovo e Marc lo affronta sempre per imparare qualcosa in più. Non mi è mai capitato di sentirgli dire: e adesso cosa facciamo? Ha sempre un obiettivo da raggiungere. Non so dove vorrà migliorare ancora nel 2019, sia dal punto di vista tecnico che personale, continua a crescere e mi stupisce.

Dove potrà arrivare?
Io credo che nemmeno Marc conosca i suoi limiti. Quando dice di non pensare ai record, dice la verità. Non è un pilota con un ego smisurato, non finge mai. La Honda ha avuto fra le sue fila piloti con un ego smisurato che quando vincevano si sentivano sul tetto del mondo, Marquez, quando ha vinto con una moto superiore lo ha sempre confessato, come del resto ha fatto la Honda a ruoli invertiti. Sono una grande coppia. Io lo vedo correre tutta la vita con loro perché Marc non dimentica chi gli ha dato la possibilità di debuttare e di vincere titoli su titoli. Per Marc la Honda sarà sempre la prima opzione. Sempre".

Il prossimo anno troverà Lorenzo nell’altra metà del box…
Come dice Marc, l’importante è avere in squadra piloti forti. Per essere competitivo devi avere in squadra piloti veloci. Personalmente vedo più aspetti positivi che negativi dalla nuova coppia Honda.

È possibile trovare qualche punto di contatto tra Marquez e il rivale Valentino?
Entrambi amano vivere dove sono nati, Marc a Cervera, Rossi a Tavullia. Valentino lì ha creato il suo Ranch, è sempre con i giovani. Ciò gli ha permesso di mantenere le sue motivazioni intatte.  Li accomuna anche il talento”.

C'è qualcosa che a Marquez piace quanto guidare una MotoGP?
Fare motocross. Lo adora, ed è anche molto importante per la sua preparazione fisica. Per questo durante l'inverno si opererà alla spalla, ormai gli esce dalla sede troppo spesso. In pista non lo limita troppo, ma sullo sterrato, quando si allena con José Luis Martinez  (campione spagnolo di MX2 ndr). Marc spesso dice di essere un pilota di motocross mancato”.

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