Tu sei qui

MotoGP, Acosta: “Nel 2022 mi ero messo troppa pressione, ora tengo i piedi per terra”

“La KTM è migliorata tantissimo rispetto a quella che avevo provato a Valencia, ma il format della MotoGP sarà un’incognita. Dovremo essere realisti e capire dove siamo prima di porci degli obiettivi”

MotoGP: Acosta: “Nel 2022 mi ero messo troppa pressione, ora tengo i piedi per terra”

Marc Marquez non sarà l’unico pilota ad avere gli occhi puntati addosso a Lusail, teatro del primo fine settimana dell’anno della MotoGP (QUI gli orari del Round in Qatar). Considerato sia dagli addetti ai lavori che dai colleghi come uno dei piloti destinati a fare grandi cose in questo 2024, Pedro Acosta dovrà fare i conti con delle attese non da poco sul suo esordio nella classe regina. Rese ancor più elevate dall’ottimo potenziale mostrato in sella alla RC16 del team Red Bull GasGas Tech3, durante i test pre-stagionali. 

“È sempre bello sentire queste cose, ma dobbiamo aspettare e vedere dove possiamo essere in un vero weekend di gara di MotoGP, con questo format con la ‘pre-qualifica’ al venerdì e le Qualifiche e la Sprint al sabato. Sarà un punto interrogativo per noi, ma cercheremo di essere pronti” ha commentato il diciannovenne ai microfoni del sito ufficiale della MotoGP, cercando ancora una volta di smorzare gli entusiasmi.

Convivere con il peso delle aspettative non è una novità per il talento spagnolo, indicato da tutti come un predestinato sin dal suo ingresso in Moto3 da campione della Rookies Cup. Ma Acosta sa bene quanto possa essere deleterio avere troppa pressione sulle spalle.

Ho vissuto ogni giorno sotto pressione negli ultimi tre anni della mia vita. Immaginate un sedicenne che approda nel team ufficiale KTM per vincere. Sono stati tre anni focalizzati solo sulla vittoria - ha osservato il giovane alfiere del team GasGas - C’è sicuramente della pressione, ma adesso la sto gestendo meglio rispetto al mio primo anno in Moto3, nel 2021. Nel 2022 mi sono messo addosso una gran pressione. Ho commesso un errore a mettermi un tale peso sulle spalle, quindi adesso è meglio che tenga la pressione più bassa e che mantenga la calma”.

Abituato a bruciare le tappe sin dagli esordi della sua carriera, il Tiburón de Mazarrón ha cominciato a impressionare già in Malesia e Qatar, dando prova di avere grandi doti di adattabilità e apprendimento. Capacità che gli hanno permesso di non sfigurare nei confronti degli esperti compagni di marchio, Brad Binder e Jack Miller.

“Le linee e la forza G sono completamente diverse rispetto a quelle con altre moto. Ho fatto qualche giro dietro a Dani, Jack e qualche Ducati e ho visto che anche il team ufficiale è a un ottimo livello, con due piloti esperti come Brad e Jack. Guardo un po’ tutti, ma la verità è che devo concentrarmi principalmente su Brad, che al momento è il pilota numero uno in KTM, il più veloce e quello che sa come guidare la moto alla perfezione” ha sottolineato Pedro, piacevolmente colpito anche dai progressi compiuti dalla RC16 nel corso dell’inverno: “Abbiamo una moto e un team molto competitivi e la moto è migliorata tantissimo rispetto a quella che avevo provato a Valencia. Sono molto orgoglioso del Gruppo Pierer Mobility per aver fatto un così grosso passo avanti, perché so che non è così semplice”.

Gli ingredienti per far bene già al debutto in Qatar sembrano esserci davvero tutti, ma il due volte iridato non vuole porsi traguardi troppo ambiziosi.

I primi GP saranno più che altro per capire dove siamo, perché possiamo essere veloci nei test, su un giro, o nella Sprint Race, ma per prima cosa dobbiamo capire come inizierò il primo Gran Premio della stagione e poi potremo cominciare a porci degli obiettivi per Portimao - ha affermato - Dobbiamo essere realisti, capire dove siamo, dove vogliamo arrivare e da dove arriviamo. Meglio tenere i piedi per terra, perché più voli alto più ti fai male quando tocchi terra”.

Articoli che potrebbero interessarti